Il Comune di Roma ha ricordato oggi Laura Betti al Teatro Argentina. Nata a Bologna il 1 maggio 1934, l'attrice e regista è scomparsa nella giornata di sabato, a poco più di 70 anni. Sul set per Roberto Rossellini, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio e Alessandro Blasetti, lega il suo nome soprattutto a Pier Paolo Pasolini. Per la prima volta con lui ne La ricotta, conferma il sodalizio artistico con i successivi Che cosa sono le nuvole ( 1967), La terra vista dalla luna (1967) e Teorema (1968), per cui vince una Coppa Volpi a Venezia nel 1968, per la migliore interpretazione femminile. Alla guida del "Fondo Pier Paolo Pasolini" dal 1980, aveva inoltre omaggiato il regista, ricordandolo nel 2001 con il film documentario Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno. A conferma della stima reciproca, le parole che le dedicò nel 1971 per un finto necrologio pubblicato dalla rivista Vogue: "Una tragica Marlene, una vera Garbo", che si era  "messa sul volto una maschera inalterabile di pupattola bionda". "Sono sicuro che nella sua tomba ella si sente bambina. Ella è certamente fiera della sua morte, considerandola una morte speciale". "La mia morte è provvisoria - proseguiva Pasolini - essa par dire, - continuava Pasolini - con l'aria di un personaggio di Gogol, Dostojewsky o di Kafka, 'in alto loco si sta brigando perché tale noiosa congiuntura venga superata e tutto torni come prima". Nota alle cronache del tempo come "la Giaguara" per il temperamento aggressivo e intrigante, la Betti si era affacciata nel mondo dello spettacolo come cantante jazz. Nel 1958 nel varietà di Walter Chiari I saltimbanchi, si ripete poi, tra gli altri, con la compagnia di Enrico Maria Salerno nel Cid di Corneille e poi con lo spettacolo Giro a vuoto, nel 1960.