“E' una vergogna che non si sia ancora fatto un film sulla trattativa Stato-mafia. Abbiamo la “fortuna” di avere un paese governato da malfattori: ci hanno distrutti, ma insieme regalato storie noir e horror inaudite”. Sul numero di aprile della Rivista del Cinematografo in edicola, Marco Travaglio svela le predilezioni cinematografiche di “uno spettatore modello base” affamato d'impegno. E guarda agli Usa: “Le Olgettine, il caso Ruby: ma ve le immaginate nelle mani di un regista americano? Oppure, Oliver Stone sulla trattativa: altro che JFK, le telefonate di Napolitano e Mancino, un Watergate alla quarantesima potenza”.
L'occasione è l'uscita in sala il 18 aprile di Passione sinistra di Marco Ponti, con Valentina Lodovini e Alessandro Preziosi, in cui il vicedirettore del Fatto Quotidiano compare in cammeo: “Mi ha chiamato il regista, dicendo di aver inserito il tormentone della Lodovini che mi riguardava, e ho accettato: per amicizia, curiosità e perché fuori dal lavoro mi piace divertirmi”. Tra i suoi registi preferiti Moretti, Bellocchio, Verdone, Sorrentino e Garrone, tra gli attori Toni Servillo, Isabella Ferrari, Valeria Golino e la Lodovini, alla Rivista del Cinematografo Travaglio parla anche di fiction-tv: “La piantassero con le vite dei santi o, meglio, di personaggi ambigui santificati, come il capitano Ultimo: s'è “dimenticato” di perquisire il covo di Riina, se ce lo dicessero non sarebbe male”.
Non poteva mancare un suo commento su Il Caimano di Moretti: “Una profezia, anche se era abbastanza prevedibile si arrivasse all'assalto al tribunale. Oggi siamo al crepuscolo, ed è stato un assalto farsesco, comico, seppur grave: con Brunetta e Scilipoti nessuno ha avuto paura, se non per l'argenteria”. Infine, una battuta su Passione sinistra, che pare un titolo perfetto per il Pd: “Certo – conclude Travaglio - ma solo se intendiamo la Passione del Calvario”.