Infuriano le polemiche a pochi giorni dall'arrivo nei cinema americani di Fahrenheit 9/11. Un gruppo di terroristi Hezbollah si sarebbe offerto di finanziare la campagna promozionale del documentario di Michael Moore vincitore della Palma d'Oro a Cannes e in uscita mercoledì prossimo in due sale di New York e poi da venerdì in tutti gli Usa. A riportare la notizia è il sito dell'associazione Move America Forward, che ha organizzato un vero e proprio boicottaggio online contro Moore, e cita alcune indiscrezioni apparse su Screen International nei giorni scorsi. Secondo quando scrive il sito esponenti di un'organizzazione vicina ai terroristi libanesi avrebbero contattato la Front Row Entertainmen, che distribuisce Fahrenheit 9/11 negli Emirati Arabi, per chiedere in che misura e cosa fare per sostenere economicamente il documentario anti-Bush. La notizia non è stata confermata né smentita dai rappresentanti del regista. Fahrenheit 9/11 uscirà negli Stati Uniti a pochi mesi di distanza dalle elezioni presidenziali di novembre e sono in molti a credere che possa avere un forte impatto sul voto degli elettori. Il documentario (è vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) è un vero e proprio atto d'accusa contro George W. Bush, reo, secondo Moore, di avere strumentalizzato la tragedia dell'11 settembre e di aver dato inizio alla guerra in Iraq per scopi meramente economici. Il precedente film del regista, Bowling a Columbine, oltre a vincere un Oscar, è stato visto da circa 4 milioni di americani per un incasso record di 20 milioni di dollari e tutto lascia pensare che Fahrenheit 9/11 possa bissare il successo del precedente film e dare una stoccata decisiva all'attuale amministrazione Usa. Un recente sondaggio ha messo in evidenza che il 57% degli americani disapprova in modo in cui Bush sta conducendo il conflitto in Iraq, mentre il 52% si dice convinto che la guerra sia del tutto inutile.