"La cosa più complicata è stata quella di far incrociare le agende di tutti, per il resto è stato un grande divertimento". Fausto Brizzi introduce così il corale Femmine contro maschi, sorta di "secondo tempo" del precedente Maschi contro femmine, uscito qualche mese fa con 01 (facendo registrare un incasso di oltre 13 milioni di euro). Stavolta il film sarà nelle sale (dal 4 febbraio, con oltre 600 copie) distribuito da Medusa, che ha sotto contratto, e in esclusiva, due dei protagonisti del film, Ficarra e Picone: "Come detto la scorsa volta - ricorda Brizzi - la lavorazione dei due film (entrambi prodotti dalla IIF, ndr) è stata contemporanea, con un piano di lavorazione mischiato, ma alla fine sono due film differenti, con due anime: uno più comico, l'altro più romantico". E così, in una sorta di staffetta, i comprimari di allora, da Bisio a Nancy Brilli, da Solfrizzi alla Littizzetto, diventano i protagonisti, affiancando le new entry Francesca Inaudi, Serena Autieri, Wilma De Angelis e i già citati Ficarra e Picone.
E stavolta alla berlina vengono messi i difetti del "gentil sesso", disperatamente in cerca del fantomatico uomo ideale: l'androloga interpretata da Luciana Littizzetto che tenta di "riformattare" il marito (Solfrizzi), ignorante e calcio-dipendente, dopo un "provvidenziale" incidente in cui perde la memoria; l'anziana mamma (De Angelis, per la prima volta sul grande schermo) che "sfrutta" una situazione delicata di salute per provare a far ricongiungere il figlio (Bisio) alla ex moglie (Brilli); la compagna (Inaudi) di un eterno Peter Pan (Ficarra) che non sopporta più le sue passioni e la moglie in carriera (Autieri) di un altro bambinone (Picone), amico del primo, che invece è convinta lui sia effettivamente cresciuto. "L'obiettivo dichiarato delle donne è quello di cambiare gli uomini", dice Ficarra - nel film un improbabile quanto irresistibile John Lennon quando si esibisce insieme a Picone/McCartney nella cover band dei Beatles - mentre secondo Luciana Littizzetto "noi donne ci innamoriamo dei difetti degli uomini, specie se pirla, perché molto lontani da noi: il problema è che alla lunga ci stanchiamo di queste enormi differenze. Mentre per loro è più facile, sono più sani, se ne fregano proprio: si divertono, giocano, mentre a noi tocca portare avanti tutto, lavoro e famiglia". Ma oltre alla comicità e al romanticismo, nel film non c'è spazio per l'attualità: "Nei miei film parlo sempre di sentimenti e rapporti umani, non di argomenti sociali o politici - spiega Brizzi, già al lavoro sul prossimo Sex 3D - perché mi diverte di più, perché credo che in questo modo i film possano avere vita più lunga e soprattutto perché credo sia difficile alzare il tiro su questioni come quelle che leggiamo in questi giorni sui quotidiani". Gli fanno eco sia Claudio Bisio che Luciana Littizzetto, comici che sempre più abitualmente fanno la spola tra il piccolo e il grande schermo: "La differenza tra la tv e il cinema è la stessa che può esserci tra un quotidiano e un libro", dice il conduttore di Zelig, mentre la "spalla" di Fabio Fazio a Che tempo che fa spiega: "Il nostro obiettivo primario è quello di far ridere la gente, il comico deve ribaltare la realtà ma quando la realtà è già ribaltata si deve fare un doppio salto mortale e non sempre è facile... Per esempio: io dico una cosa alla Santanché, lei mi risponde. E ora? Ovviamente le risponderò un'altra volta".