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Le sorprese e le rarità, in questi giorni di proiezioni bolognesi, non mancano davvero, e lo si capisce dai tanti studiosi e semplici cinefili che affollano le sale del cinema Lumière. Una vera scoperta, per molti, è la rassegna che presenta i film di Lev Kuleshov (1899-1970), famoso soprattutto per essere stato il primo grande teorico del montaggio, in una nazione, come la Russia, che farà di questa componente tecnica un punto di forza per raggiungere rare vette di perfezione estetica. Rimane celeberrimo uno dei suoi esperimenti in cui, alternando varie situazioni a un medesimo primo piano dell'attore Ivan Mosjoukine, riuscì a indurre nello spettatore stati d'animo diversi, provocando così, attraverso il montaggio, una variazione della percezione visiva, nota in seguito proprio con il nome di "effetto Kuleshov".
Stranamente però, i suoi film, al di fuori dei contemporanei prima e di una ristretta cerchia di storici poi, nessuno o quasi li aveva visti. Analizzandoli, si scopre allora quanto il regista sovietico spaziasse da un registro narrativo all'altro, nell'intento di offrire una maggiore ampiezza di registro alla sua arte. Ecco quindi, accanto a titoli spesso citati come Le straordinarie avventure di Mr. West nel paese dei bolscevichi, altri non meno interessanti, come Il raggio della morte, pellicola di spionaggio ricca di intrighi e inseguimenti, o Incidente sul vulcano, trascinante avventura tra cielo, mare e terra. E anche quando si allinea alle tematiche più consuete del cinema sovietico, il regista lo fa con tocchi originali: lo testimonia una delle sue ultime opere, I siberiani, dove incrocia Stalin e una leggenda di guerra con una vivida rappresentazione della popolazione e della natura, dimostrando, con delicati tocchi, grande sensibilità nella rappresentazione dell'infanzia.
La sua lezione fu perfettamente sintetizzata nelle parole del collaboratore e allievo prediletto, Pudovkin: "Noi facciamo i film, Kuleshov ha fatto il cinema".