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Liv Strömquist è una fumettista svedese ossessionata dalle ossessioni altrui. Negli ultimi libri, le domande di Strömquist si sono spostate dal femminismo alla critica creativa del libero mercato. In che modo, come cittadini e persone prese di mira da obiettivi politici, veniamo sedotti da proposte che solleticano il nostro ego fino a farci perdere la ragione? Quanto capitalismo c’è dietro la sterminata offerta spirituale dalla quale ogni giorno siamo bombardati?
L’oracolo vi parla, anche questo pubblicato da Fandango, riprende il filo interrotto dal precedente Astrologia che criticava la creduloneria astrologizzante. Di nuovo Liv Strömquist, in piena furia dissacrante, seziona le categorie del benessere, della forma fisica, del divertimento e della spiritualità per dimostrare come ad accomunare il modo in cui ci vengono proposti forzosi consigli per gli acquisti più svariati sia l’idea, intrinsecamente capitalista, che per esprimere al meglio chi siamo dobbiamo sempre fare uno sforzo.
Per somigliare alla versione migliore di noi stessi, occorre che seguiamo un sedicente professionista che ci spieghi come essere un po’ meno noi stessi e un po’ più vicini ai suoi consigli: un paradosso che ci spinge a sforzi snaturanti che Liv Strömquist racconta con l’acuta spietatezza di chi vuole farci sentire tutti ingannati (sarà un oracolo lei stessa?).


È un fumetto al sapore di stand-up comedy: battute fulminanti strappa-applausi, disegni incisivi e colorati, un linguaggio colto e graffiante. Il punto più centrale e interessante, qui, è la consapevolezza – dal riverbero malinconico – che la forzatura del divertimento non è già più divertimento, lo sforzo verso il benessere ci sposta via dal benessere.
Mentre ci spiega come tutto questo centrarci su un fantomatico “vero sé” ci renda mostruosamente egocentrici, attraverso un continuo impulso alla tematizzazione di noi stessi, Strömquist decostruisce il capitalismo come religione dogmatica e come motore iper-accelerante e iper-stimolante, che togliendoci il tempo per ragionare, ci porta a spinte impulsive e orientabili.
Tra Doris Lessing e Byung-chul Han, tra Lacan e Zizek, saccheggiando la sociologia, la letteratura e la filosofia, l’autrice mette a nudo i meccanismi della persuasione e dell’illusione di collettività non reali, come quelle della manosfera, il mondo online delle comunità incel e misogine. E lo fa con il suo ormai riconoscibile timbro: una scanzonata e cruda irriverenza.
L’oracolo vi parla di Liv Strömquist (Fandango Libri, 256 p., 22,00 €)