Valentino rovina la festa al Roma Fiction Fest. L'infelice concomitanza con le celebrazioni di gala per i 45 anni d'attività dello stilista ruba ospiti e scena al party conclusivo di sabato 7 luglio. Niente card rosa o nere, la rigida selezione all'ingresso passa qui per un nutrito cordone di sicurezza: folla di hostess e bodyguard, che lasciano intravedere allestimenti e ricco buffet, con cui il Rhome di piazza Augusto Imperatore accoglie gli ospiti a partire dalle 22.30. Fra i primi a sedersi, Oreste Lionello mangia appartato in completo crema e immancabile riportino tinto. Bisogna attendere una mezz'ora buona perché l'atmosfera inizi a scaldarsi: mentre l'organizzatrice Tiziana Rocca fa gli onori di casa in completo nero, il marito Giulio Base si assicura un posto al bancone e lunghe chiacchiere di politica con Irene Pivetti. A lei la palma dell'eccentricità: taglio chiaro e scarmigliato su camicione con motivi fiorati, che distoglie dal coraggioso sandalo bronze, istoriato da pietre di varie fogge. A tenere banco è all'inizio il buffet: carrellata di fritti, forme di Parmigiano e spiedini di pachino e mozzarella, che insieme a un misto di cruditée catalizzano l'attenzione dei primi ospiti. Cinema poco e niente, a richiamare attenzione e flash è soprattutto la fiction italiana. Nella calca spicca un completo di lino bianco su camicia scura a pois: è Vincenzo Bocciarelli di Orgoglio, con qualche chilo e tanto buonumore in più rispetto alla sua veste televisiva. Alla spicciolata arriva poi la squadra di Incantesimo: ci sono l'ex miss Italia Mirka Viola, Barbara Livi che scopre la pancia e sfoggia la sua linea impeccabile, e la più sobria Elisabetta Bellino in elegante abitino nero. Agli antipodi il look di Enrico Mutti, che dà il meglio di sé, azzardando una scarpa pitonata. La distrazione arriva per fortuna con Nino Frassica: a giudicare da pioggia di flash e verve dimostrata al tavolo, è lui la vera star della serata. Nuovi arrivi dalla cucina rianimano intanto il buffet: trofie al pesto e gnocchi coi fiori di zuccca non cancellano però un paio di pesanti cadute di stile. Con l'ambiente selezionato stonano il vino bianco nei bicchieri di plastica e, soprattutto, le inconsulte reazioni dei camerieri: rispostacce, linguaggio scurrile e qualche piatto strappato dalle mani agli ospiti in fila, spiegabili soltanto con lo stizzito sfogo di uno di loro: "Era una festa per 250 persone, ne hanno fatte entrare 2000!".