"E' un film che racconta un immaginario femminile e femminista, e un amore che non è basato sul predominio dell'uno sull'altro, ma sulla parità".

Così la regista Céline Sciamma parla del suo Ritratto della giovane in fiamme, che uscirà nelle sale giovedì 19 dicembre distribuito dalla Lucky Red.

         Ritratto della giovane in fiamma

Il film ha già fatto incetta di premi, tra questi miglior sceneggiatura allo scorso Festival di Cannes e agli European Film Awards, ed è stato candidato come miglior film straniero ai Golden Globes.

"I premi dimostrano la gratitudine. Credo che ho ricevuto tutta questa gratitudine perché questo film riempie un vuoto, qualcosa che da tempo ci si aspettava di vedere", dice Céline Sciamma, che porta sul grande schermo la storia d'amore tra la pittrice Marianne (Noèmie Merlant) e colei che deve ritrarre Héloise (Adèle Haenel) nel contesto del XVIII secolo.

Nel cast anche Valeria Golino nei panni della madre di Héloise, "una donna che ha vissuto nelle convenzioni, ha perso una figlia e sente la vibrazione pericolosa di quest'altra", dice l'attrice. 

Valeria Golino - Foto Karen Di Paola

La Golino prosegue: "E' un film libero e allo stesso tempo rigoroso. Ho letto la sceneggiatura e l'ho trovata bellissima. All'inizio pensavo che il mio personaggio dovesse portare tensione, pericolo e conflitto alla loro storia d'amore. Credevo insomma che diventando più cattiva sarei diventata anche più interessante. Ma Céline non voleva che fossi la carceriera, al contrario, voleva che ci fosse armonia tra i personaggi. Nella recitazione mi ha denudato. E io ho levato tutti i miei piccoli orpelli". 

Céline Sciamma, che ha scelto la Golino perché entrambe hanno in comune la stessa idea di cinema, ha voluto fare un film in costume e senza una colonna sonora che lo accompagnasse.

"I film d'amore sono quasi sempre accompagnati dalla musica. Ma ho deciso di non metterla, anche se la cosa mi spaventava, perché all'epoca era difficile poterla ascoltare per le ragazze. Ho messo una canzone nella scena del falò, come se fosse una sorta di trance. Lì ho voluto evocare il mondo delle così dette streghe: donne erudite che conoscevano di botanica e di medicina e si riunivano intorno al fuoco. Al tempo si voleva bruciare questa solidarietà, libertà, sapere e autonomia", dice la regista. 

Tra le sue fonti d'ispirazione, c'è sicuramente il film di Jane Campion Lezioni di piano: "sono due film che si tendono la mano" e anche i film di Éric Rohmer, come La Marchesa von..., soprattutto per la ricostruzione di un'epoca: "Come lui ho voluto evitare la mondanità e gli eccessivi aspetti esteriori anche nei costumi".

Non è un caso infatti che i bei vestiti delle protagoniste sono stati fatti: "con tessuti pesanti, come il cotone e la lana, e non sono di seta, proprio perché volevamo evitare una sfilata di moda stile Versailles".

"Per il vestito blu di Héloise mi sono ispirata a quei luoghi e ai suoi colori e alle scogliere a picco sul mare", dice poi la regista che ha girato il film all'interno di un castello fuori Parigi e nel sud della Bretagna. 

Ma quest'amore, lontano dalle convenzioni, non è un po' utopico? "Tutte le nostre utopie politiche e d'amore non sono solo delle idee, ma si basano su cose che esistono e delle quali si ha esperienza. Tutte le nostre funzioni si fondano su qualcosa di reale, quindi credo sia possibile", conclude Cèline Sciamma.