Ultrà

ITALIA 1990
Il venticinquenne Luca, soprannominato Principe, capo dei più scatenati ultrà romanisti, dopo due anni trascorsi in carcere per un fallito tentativo di rapina, torna in libertà alla vigilia della partita tra la Roma e la Juventus. Egli intuisce che molte cose, durante la sua assenza, sono cambiate, anche se Red, il suo migliore amico, e Cinzia, che era la sua ragazza, non trovano il coraggio di confessargli che si amano e che hanno progettato di trasferirsi insieme a Terni, dove sperano di trovare lavoro. Il gruppo degli ultrà parte per Torino, e Red accetta di portare con sé Fabio, il fratellino undicenne di Cinzia, tifoso scatenato. Durante la notte trascorsa in treno, affiorano spesso gli attriti latenti fra Principe e Red. Poiché Principe si vanta davanti all'amico degli infuocati rapporti amorosi che dice di aver avuto con Cinzia e alcuni amici alludono al probabile trasferimento di Red a Terni, questi trova finalmente il coraggio di confessare a Principe la verità. La mattina seguente, giungendo a Torino, gli ultrà romanisti sono accolti prima ancora di scendere dal treno da una sassaiola e trovano ad aspettarli alla stazione la polizia e gli ultrà avversari, coi quali scoppiano subito tafferugli, che causano lunghi accertamenti in questura, in modo che i romanisti giungono allo stadio quando la partita è già iniziata. Ma, ad attenderli fuori dallo stadio ci sono gli stessi della sassaiola e gli ultrà romanisti sono costretti a rifugiarsi nei bagni. Durante un duro corpo a corpo con un tifoso avversario, Principe ferisce incidentalmente col coltello lo Smilzo, un bravo ragazzo timido e infantile che era accorso in suo aiuto, e il ragazzo muore poco dopo fra le braccia di Red, che accusa Principe, davanti agli amici, di essere il colpevole di quella morte. Principe però nega la sua responsabilità, e, divelti alcuni tubi, per usarli come spranghe, guida i più scalmanati alla vendetta.
SCHEDA FILM

Regia: Ricky Tognazzi

Attori: Claudio Amendola - Principe, Ricky Memphis - Red, Giuppy Izzo - Cinzia, Gian Marco Tognazzi - Ciafretta, Alessandro Tiberi - Fabio, Fabrizio Vidali - Smilzo, Krum De Nicola - Morfino, Antonello Morroni - Teschio, Michele Comparino - Nerone, Fabrizio Franceschi - Nazi, Alessandro Amen - Ketchup, Fabio Buttinelli - Mandrake, Claudio Del Falco - Capo drugo juventino, Bruno Del Turco - Patata, Fabio Maraschi - Cobra, Simona Izzo - La signora in bianco sul treno

Soggetto: Ricky Tognazzi, Simona Izzo, Graziano Diana

Sceneggiatura: Giuseppe Manfridi, Simona Izzo, Graziano Diana

Fotografia: Alessio Gelsini Torresi

Musiche: Antonello Venditti

Montaggio: Carla Simoncelli

Scenografia: Mariangela Capuano

Costumi: Catia Dottori

Aiuto regia: Ferzan Özpetek

Durata: 92

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: CLAUDIO BONIVENTO PER NUMERO UNO INTERNATIONAL, RAI-RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Distribuzione: FILMAURO (1991) - CREAZIONI HOME VIDEO

NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1991 PER LA MIGLIOR REGIA (RICKY TOGNAZZI, EX AEQUO CON MARCO RISI PER"RAGAZZI FUORI"), MIGLIOR FONICO DI PRESA DIRETTA (REMO UGOLINELLI, EX AEQUO CON TIZIANO CROTTI PER "MEDITERRANEO").

- VINCITORE DEL PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA AL FESTIVAL DI BERLINO 1991 (EX AEQUO CON "IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI")
CRITICA
"Siamo nel realismo più crudo, accentuato da un ricorso al romanesco che potrà accrescere l'insofferenza per i comportamenti bestiali." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero')

"Ammiriamo la disinvoltura registica di Tognazzi con le perplessità suscitate dai narratori buoni a tutte le storie e della scelta di un soggetto tanto evocato nei dibattiti sui tumultuosi dopo partita da lasciare poco margine a una trattazione dai connotati originali." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale')

"Tognazzi ha scritto una sceneggiatura precisa e grandiosamente trucibalda, in cui la violenza del linguaggio è necessaria e scientifica." (Irene Bignardi, 'La Repubblica')

"Tognazzi è ormai un regista solido e sicuro, di qualità molto serie." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')

"Efficace, duro, vittimista, sentimentale, il film sembra rimanere esterno al fenomeno, esterno e sommario nel disegno dei personaggi." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa')

"Unendo il tema del disagio giovanile a quello più specifico, della violenza legata allo sport e alle sue manifestazioni, Tognazzi osserva con occhio freddo e analitico le miserie di una bestialità che appare gratuita: ma sa esprimere con il cuore la sua volontà di capire." (Mirella Poggialini, L'Avvenire)