UCCIDI O MUORI

ITALIA 1967
In un Paese del west americano, dove un profondo rancore divide la famiglia dei Griffith, capeggiata dal vecchio Gionata, da quella dei Drumont, giunge Ringo, un pistolero in via di redenzione, che si presenta sotto le mentite spoglie di un suonatore di violino. Anche Ringo, non riconosciuto che dallo sceriffo, subisce la prepotenza dei Griffith ma reagisce uccidendo Spott in più giovane di costoro. Il giorno dopo Ringo capita al ranch dei Drumont, e incontra Lisa, l'unica che ha avuto il coraggio di restare sola con la nonna e il cuginetto Steve. L'incontro fa nascere della simpatia fra i due e Lisa gli racconta i soprusi subiti dai Griffith. Frattanto Gionata deciso a vendicarsi, dopo aver inutilmente assoldato un pistolero, Baltimora Joe, per uccidere Ringo, fa ritornare il figlio maggiore Chester il quale convince Lisa a sposarlo e, successivamente, riesce a ferire gravemente Ringo nel corso d'un agguato. Ringo però, viene salvato e curato dal vecchio Peyrack e, d'accordo con lo sceriffo ormai in possesso di prove contro i Griffith, interviene nel corso delle nozze tra Chester e Lisa riuscendo ad ucciderli tutti.
SCHEDA FILM

Regia: Tanio Boccia

Attori: Renato Terra Caizzi, Stelio Tanzini, Pietro Fumelli, Antonio Fidone, Remo Capitani, Elina De Witt - Lisa, Albert Farley - Chester Griffith, Men Fury - Griffith, Mary Land, Robert Mark - Jerry, Andrea Bosic - Lo Sceriffo, Gordon Mitchell - Baltimora Joe, Giovanni Ivan Scratuglia, Tony Rogers, Mara Carisi, Fabrizio Moroni - Spott Griffith, Benjamin May - Petrack

Soggetto: Mario Amendola

Sceneggiatura: Mario Amendola

Fotografia: Aldo Giordani

Musiche: Carlo Rustichelli

Montaggio: Cleofe Conversi

Scenografia: Saverio D'Eugenio

Durata: 93

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: TECHNISCOPE TECHNICOLR

Produzione: LUIGI ROVERE PER REGAL FILM

Distribuzione: CINERIZ

NOTE
TITOLO IN FRANCIA: RINGO CONTRE JERRY COLT
CRITICA
" (...) Temi e motivi già visti in tanti altri film del genere western, rendono questo lavoro di Amerigo Anton noioso e inutile (...)". (Anonimo, "L'Avvenire d'Italia", giugno 1967).