Tristano & Isotta

Tristan & Isolde

Dalla leggendaria epopea celtica, l'nnesimo film in costume destinato a un rapido oblio

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GERMANIA 2006
Gran Bretagna. Dopo la caduta dell'Impero Romano, nella penisola Britannica regna il caos. Gli Angli, i Sassoni e gli Iuti hanno occupato il lato est, mentre i popoli ad ovest sono dominati dal re irlandese Donnchadh. E' qui che il giovane Tristano, rimasto orfano dopo un attacco degli irlandesi, è cresciuto sotto la protezione del nobile Lord Marke, Signore del villaggio che ha perduto una mano in battaglia e che si affida all'ardore del suo giovane protetto per difendere il suo territorio. Durante un'azione di guerriglia contro gli invasori, Tristano è ferito gravemente e, ritenuto morto, viene messo a bordo di una barca e lasciato andare in mare aperto secondo il cerimoniale funebre vichingo. L'imbarcazione giunge sulle coste d'Irlanda dove Tristano viene salvato da Isotta, una principessa irlandese della famiglia di re Donnchadh. I due si innamorano e vivono felicemente lontano dai tumulti che stanno sconvolgendo i loro paesi, finché Tristano è costretto a tornare in patria. Nel frattempo, re Donnchadh, per aumentare l'astio tra le tribù inglesi, indice un torneo il cui premio in palio per il vincitore è la mano di Isotta, così colui che sposerà la ragazza sarà legato al regno di Irlanda. Impossibilitato a combattere, Lord Marke manda in sua vece Tristano che vince la competizione. Per il bene della pace e del futuro dell'Inghilterra, Tristano e Isotta sono costretti a mettere da parte il loro amore, ma la passione e i sentimenti che provano l'uno per l'altra si rivelano troppo difficili da sopire.
SCHEDA FILM

Regia: Kevin Reynolds

Attori: James Franco - Tristano, Sophia Myles - Isotta, Rufus Sewell - Lord Marke, David O'Hara - Re Donnchadh, Mark Strong - Wictred, Henry Cavill - Melot, Bronagh Gallagher - Bragnae, Ronan Vibert - Bodkin, Lucy Russell - Edyth, JB Blanc - Leon, Graham Mullins - Morholt, Leo Gregory - Simon, Dexter Fletcher - Orick, Richard Dillane - Aragon, Hans Martin Stier - Kurseval, Thomas Morris - Kaye, Jamie King - Anwick, Wolfgang Muller - Rothgar, Cheyenne Rushing - Lady Serafine, Barbara Kodetova - Lady Marke, Nevan Finnegan - Urlatore al torneo, Miroslav Simunek - Guardia, Philip O'Sullivan - Paddreggh, Bronwen Davies - Lady Aragon, Isobel Moynihan - Isotta bambina, David Fisher - Soldato irlandese, Kevin Flood - Sacerdote al funerale, Jack Montgomery - Simon bambino, Myles Taylor - Melot bambino, Gordon Truefitt - Arbitro torneo, Winter Ave Zoli - Sorella di Wisdeth, Todd Kramer - Witseth, Jon Olafsson - Sacerdote all'incoronazione, Marek Vasut - Luther

Soggetto: Dean Georgaris

Sceneggiatura: Dean Georgaris

Fotografia: Arthur Reinhart

Musiche: Anne Dudley

Montaggio: Peter Boyle (II)

Scenografia: Mark Geraghty

Costumi: Maurizio Millenotti

Effetti: Pavel Sagner, Martin Kulhánek, Jaroslav Polensky, Jan Vseticek

Altri titoli:

Tristan + Isolde

Durata: 125

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: DELUXE

Produzione: SCOTT FREE PRODUCTIONS, APOLLOPROMEDIA, MFF (TRISTAN AND ISOLDE) LTD., STILLKING, QI QUALITY INTERNATIONAL

Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA

Data uscita: 2006-04-07

TRAILER
NOTE
- IL FILM DOVEVA ESSERE GIRATO DA RIDLEY SCOTT ALLA FINE DEGLI ANNI '70, SUBITO DOPO IL SUO FILM D'ESORDIO 'I DUELLANTI' (1977). MA POI NON FU PIU' GIRATO PERCHE' IL REGISTA PREFERI' DIRIGERE ALIEN (1979).
CRITICA
"Curioso kolosso romantico nato dalla costola della leggenda medioeval-celtica ma che non sa bene a chi rivolgersi: alle bimbe innamorate di James Franco o ai fans dell'epica. Prodotto dal 'Gladiatore' Scott dopo 'Le crociate', rimasto in lista di attesa, il filmone vecchio stile, soffre con gli amanti infelici e cortesi dell'anno 600 che parlano come nelle soap. Kevin Reynolds, regista di figure e paesaggi (da 'Fandango' a 'Rapa Nui') offre un elegante, grigio spaccato di belle statuine con archi, lotte e sospiri. Ma gli mancano le ali per prendere il volo e la struggente, tragica love story è troppo presto annunciata." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 aprile 2006)