STORIA DI PIERA

ITALIA 1983
Nasce Piera, in una famiglia piuttosto sconquassata, almeno secondo la morale corrente: la madre è un specie di ninfomane, una candida amorale, un pò ingenua e un pò folle. Il padre è un attivista politico, disorientato dalla vita della moglie che ad ogni occasione lo tradisce, che vive sempre in bilico tra una gelosia inespressa ed una totale passività. Piera cresce in questo ambiente, accompagna la madre nelle sue scorribande sessuali, mentre il padre viene quasi dimenticato; la madre si muove nella sua vita quasi per caso, trascinata dai suoi istinti; la curano con gli elettroshock, ma alla fine, quando Piera, ormai cresciuta, è diventata un'attrice affermata, sarà il padre a morire in manicomio, impazzito per l'amore da lui provato per la moglie, dopo un incontro con la figlia in cui sfiora l'incesto. Eugenia, la madre di Piera, finisce anche lei in manicomio, a consumarsi nella sua dolce follia; li' Piera andrà a trovarla, ormai diventata, dopo le esperienze dell'infanzia, madre della madre; con lei si recherà sulla spiaggia, e lì, nude, si abbracceranno felici.
SCHEDA FILM

Regia: Marco Ferreri

Attori: Maurizio Donadoni - Massimo, Bettina Gruhn - Piera Bambina, Isabelle Huppert - Piera, Angelo Infanti - Tito/Giasone, Marcello Mastroianni - Lorenzo, Lidia Montanari - "Centomilalire", Hanna Schygulla - Eugenia, Aïché Nanà, Laura Trotter - Levatrice Giovane, Loredana Bertè

Sceneggiatura: Piera Degli Esposti, Marco Ferreri, Dacia Maraini

Fotografia: Ennio Guarnieri

Musiche: Philippe Sarde

Montaggio: Ruggero Mastroianni

Scenografia: Luciana Levi

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Tratto da: DAL ROMANZO "STORIA DI PIERA" DI PIERA DEGLI ESPOSTI E DACIA MARAINI

Produzione: FASO FILM ROMA SARA FILMS SA PARIGI ASCOT FILM GMBH BERLINO

Distribuzione: CIDIF (1983) - DOMOVIDEO, MANZOTTI HOME VIDEO, BMG VIDEO

NOTE
CRITICA
Più conciliante del dovuto, "Storia di Piera" si ricorda soprattutto per l'immobile asfittica ambientazione urbana anni '30, per la disomogeneità dei tasselli narrativi, per l'insolvenza interpretativa di Isabelle Huppert. (Segnocinema)
Il film ha peraltro momenti di forte emozione (basti citare l'incontro fra la giovane Piera e un atletico maschio che sembra uscire dalla mitologia) e, senza quasi mai offrire scene scabrose, esprime a meraviglia il clima inconsueto di quella famiglia, con quel coro di amiche di casa, quel piacere del gioco e della sfida, quell'inversione di ruoli fra madre e figlia (Giovanni Grazzini - Cinema '83)