Niente da nascondere - Caché

Caché

Michael Haneke spiazzante (e profondo) come al solito. Denuncia crisi dei valori ed egoismo con Auteuil e la Binoche

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AUSTRIA 2005
Georges, presentatore di un programma televisivo sui libri, comincia a ricevere degli strani pacchi. Qualcuno gli invia dei video, ripresi di nascosto per la strada, su di lui e la sua famiglia. A Georges sembrano messaggi inquietanti, ma non ha idea di chi possa essere il mittente. Pian piano i video cominciano a diventare più intimi, come se chi li gira conoscesse da tempo Georges, e ne sconoscesse gusti, difetti, modo di vivere. Allarmato, Georges si rivolge alla polizia, ma non viene preso sul serio. Nell'angoscia di essere pedinato, spiato, Georges sente su di se e sulla sua famiglia, il peso di una minaccia. Progressivamente si inizia a delineare il profilo del colpevole: deve essere qualcuno cui Georges ha fatto una grossa ingiustizia al tempo dell'infanzia. Ma chi? Come fare a ricordare? E perché questa persona continua a riprendere spezzoni della sua vita?
SCHEDA FILM

Regia: Michael Haneke

Attori: Daniel Auteuil - Georges, Juliette Binoche - Anne, Maurice Bénichou - Majid, Annie Girardot - Madre di George, Bernard Le Coq - Caporedattore, Walid Afkir - Figlio di Majid, Daniel Duval - Pierre, Nathalie Richard - Mathilde, Denis Podalydès - Yvon, Aïssa Mäiga - Chantal, Caroline Baehr - Infermiera, Christian Benedetti - Padre di Georges, Lester Makedonsky - Pierrot, Philippe Besson - Invitato dell'emittente televisiva, Blandine Lenoir, Loïc Brabant - Poliziotto

Sceneggiatura: Michael Haneke

Fotografia: Christian Berger

Montaggio: Michael Hudecek, Nadine Muse

Scenografia: Emmanuel de Chauvigny

Costumi: Lisy Christl

Effetti: Philippe Hubin

Altri titoli:

Hidden

Nascosto

Versteckt

Durata: 117

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: LES FILMS DU LOSANGE, WEGA FILM, BAVARIA FILM, FRANCE 3 CINEMA, ARTE FRANCE CINEMA, EURIMAGES FUND OF THE COUNCIL OF EUROPE, CNC, LE STUDIO CANAL+

Distribuzione: BIM (2005)

Data uscita: 2005-10-15

NOTE
- PREMIO SIGNIS, PREMIO FIPRESCI E PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA AL 58MO FESTIVAL DI CANNES (2005).

- NASTRO D'ARGENTO 2006 PER IL MIGLIOR DOPPIAGGIO (ALESSANDRA KOROMPAY - VOCE ITALIANA DI JULIETTE BINOCHE).

- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2006 COME MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA.
CRITICA
"A Cannes questo ossessivo e magistrale thriller di Haneke, il più perfido talento del cinema europeo, rischiò la Palma e vinse un meritatissimo premio alla regia. E' l' incubo di una famiglia borghese-intellettuale che si vede arrivare a domicilio cassette sulla loro vita day by day. Paura. C'è da dipanare un mistero. Sarà possibile? Molte e inevase le domande sulla codardia radical chic francese, sul rimosso trauma algerino, sui conflitti generazionali, etc. Che ci sia Camus tra gli sceneggiatori occulti? Ma quella che è sconvolgente è la tenuta della tensione morale e materiale, l'inquadrare dubbi & memorie, rancori & rimorsi, ineffabili coppie di tormento. L'austriaco Haneke ne sa più di Freud e col cinema rovista dentro la psiche, un viaggio allucinante ma non solo metaforico, pieno di colpi di scena. Auteuil e la Binoche meritano qualunque premio. Attenzione al finale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 ottobre 2005)

"Con una sadica intelligenza, il regista mischia di continuo i pianini realtà e rappresentazione; stai assistendo a una scena 'dal vero' e all'improvviso le immagini accelerano: era una cassetta. Più dialogato dei suoi altri film, questo è anche un apologo sul potere della parola. Dove ogni parola ha un suo peso specifico e dove il detto e il non detto scavano un solco sempre più profondo tra Georges e sua moglie Anne. Il momento più bello è un dialogo tra il protagonista e la madre; non manca una scena shock nel più puro stile Haneke, mentre l'epilogo resta aperto, lasciando a ogni spettatore la possibilità - e la responsabilità - di trarre le proprie conclusioni." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 ottobre 2005)

"'Caché' prometteva molto di più di quanto offre, non fosse altro perché l'autore - il maturo austriaco Michael Haneke - gode della fama di perfido provocatore. In questo caso la trama e lo svolgimento propongono cadenze para-filosofiche in malfermo equilibrio tra psicodramma e thrilling: (?) L'insinuarsi del tema della colpevolezza, con tanto di lezioncina antirazzista e moraletta politically correct, dovrebbe costituire l'alto messaggio del film, ma non si va al di là della corretta messa in scena teatrale e delle recitazioni - tra cui quella fugace ma intensa di Annie Girardot - ben intonate alle fredde manipolazioni di regia." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 22 ottobre 2005)