Nemico pubblico n. 1 - L'istinto di morte (parte 1)

L'instinct de mort

3/5
Cassel muscolare e convincente per ridare vita al gangster-icona delle banlieu

Leggi la recensione

CANADA 2008
La gioventù e l'ascesa di uno dei più efferati criminali francesi, Jacques Mesrine, un uomo assetato di potere e in cerca di denaro facile. Da soldato ribelle dell'esercito francese di stanza in Algeria, Mesrine si è ben presto trasformato in uno spietato criminale che, insieme alla sua compagna Jeanne Schneider, si è macchiato di terribili atti criminosi da Parigi a Montreal.
SCHEDA FILM

Regia: Jean-François Richet

Attori: Vincent Cassel - Jacques Mesrine, Cécile de France - Jeanne Schneider, Gérard Depardieu - Guido, Roy Dupuis - Jean Paul Mercier, Gilles Lellouche - Paul, Elena Anaya - Sofia, Michel Duchaussoy - Padre di Mesrine, Myriam Boyer - Madre di Mesrine, Florence Thomassin - Sarah

Soggetto: Jacques Mesrine - autobiografia

Sceneggiatura: Abdel Raouf Dafri

Fotografia: Robert Gantz

Montaggio: Hervé Schneid

Scenografia: Emile Ghigo

Costumi: Virginie Montel

Altri titoli:

Mesrine: Part 1 - Death Instinct

Mesrine: L'instinct de mort

Public Enemy Number One (Part 1)

Durata: 110

Colore: C

Genere: BIOGRAFICO THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: ARRIFLEX 16 SR3/ARRIFLEX 235/ARRIFLEX 435/BELL & HOWELL EYEMO/PANAVISION PANAFLEX MILLENNIUM XL, 16 MM/35 MM STAMPATO A 35 MM (1:2.35)

Tratto da: autobiografia "L'istinto di morte" di Jacques Mesrine (ed. Nautilus - El Paso)

Produzione: LA PETITE REINE, REMSTAR, NOVO RPI, M6 FILMS

Distribuzione: EAGLE PICTURES (2009)

Data uscita: 2009-03-13

TRAILER
NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 7 APRILE 2011 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"La scelta del romanzesco, anziché della ricostruzione a pretese 'documentarie', è coerente con un personaggio manipolativo e megalomane, che mise in scena la propria vita proprio come uno spettacolo. Bel cast, ma il ruolo di Cassel si 'mangia' tutti gli altri." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 marzo 2009)

"Un biopic noir e avvincente sul simbolo ribelle del contropotere francese, l'uomo che tuttora abita nelle parole dei rapper o sulle magliette degli adolescenti delle banlieues, quel Jacques Mesrine che ha romanzato se stesso in vita, sulle pagine di un libro (l'autobiografia 'L'instinct de mort') e in ogni suo atto pubblico e privato, e che è valso al protagonista Vincent Cassel un Cèsar meritatissimo. Jean François Richet dirige questo carnevale nero di morte, machismo e goliardica ferocia (ma anche viceversa), avendo per le mani una storia classica che contemporaneamente si allontana e si sposa con la sua rabbiosa e un po' manichea critica sociale dal basso - si pensi al remake 'Assalto Distretto 13' ma soprattutto a 'Ma 6-t va crack-er - è on Abdel Raouf Dafri, sceneggiatore che come lui ha mangiato polvere nelle periferie fin da piccolo, ha raccontato un eroe, un uomo d'onore, un fanfarone e un debole dal carisma straordinario. Vincent Cassel mette il suo fascino ibrido al servizio di un personaggio scomodo, violento e affascinante. Ci entriamo dentro, lo troviamo a tratti simpatico ma non ne facciamo mai un idolo. (...) In queste pagine, pardon scene, ci sono Gabin e Delon, c'è il meglio del polàr scritto e proiettato, c'è tradizione ma anche una gustosa rivisitazione laica, sotto il profilo politico, cinematografico e anche biografico. Mesrine appare nelle sue sfumature, sia pur tagliato con l'accetta com'era, la Francia ci è restituita fuori dalle cartoline turistico-politiche. Il resto è un grande Cassel che mostra tutto il suo talento nel divertire e divertirsi in un ruolo tanto sopra le righe. Per gli amanti del genere una pacchia, per gli altri un tuffo in tutto quello che ci siamo persi in questi anni addormentati, in cui la ribellione e i nemici pubblici si sono dissolti inesorabilmente.." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 13 marzo 2009)

"La scelta del romanzesco, anziché della ricostruzione a pretese 'documentarie', è coerente con un personaggio manipolativo e megalomane, che mise in scena la propria vita proprio come uno spettacolo. Bel cast, ma il ruolo di Cassel si 'mangia' tutti gli altri." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 marzo 2009)

"Jean François Richet rinuncia all'energia del suo cinema precedente (il remake di 'Distretto 13' di Carpenter) in favore di una gelida cura del dettaglio negli arredi: sembra uno antico serial tricolore stinto, invece è un noioso film francese spento. Sembra possano spuntare Rita Pavone o Gianni Nazzaro da sotto un tappeto, invece c'è l'ennesimo eccelso Vincent Cassel sprecato. Scenacce e musichette. Realismo tarocco che stride surreale. Roba da malafiction: schermo a spicchi e continua... il 17 aprile. Noi non ci saremo." (Alessio Guzzano, 'City', 13 marzo 2009)

"Un biopic noir e avvincente sul simbolo ribelle del contropotere francese, l'uomo che tuttora abita nelle parole dei rapper o sulle magliette degli adolescenti delle banlieues, quel Jacques Mesrine che ha romanzato se stesso in vita, sulle pagine di un libro (l'autobiografia 'L'instinct de mort') e in ogni suo atto pubblico e privato, e che è valso al protagonista Vincent Cassel un Cèsar meritatissimo. Jean François Richet dirige questo carnevale nero di morte, machismo e goliardica ferocia (ma anche viceversa), avendo per le mani una storia classica che contemporaneamente si allontana e si sposa con la sua rabbiosa e un po' manichea critica sociale dal basso - si pensi al remake 'Assalto Distretto 13' ma soprattutto a 'Ma 6-t va crack-er - è on Abdel Raouf Dafri, sceneggiatore che come lui ha mangiato polvere nelle periferie fin da piccolo, ha raccontato un eroe, un uomo d'onore, un fanfarone e un debole dal carisma straordinario. Vincent Cassel mette il suo fascino ibrido al servizio di un personaggio scomodo, violento e affascinante. Ci entriamo dentro, lo troviamo a tratti simpatico ma non ne facciamo mai un idolo. (...) In queste pagine, pardon scene, ci sono Gabin e Delon, c'è il meglio del polàr scritto e proiettato, c'è tradizione ma anche una gustosa rivisitazione laica, sotto il profilo politico, cinematografico e anche biografico. Mesrine appare nelle sue sfumature, sia pur tagliato con l'accetta com'era, la Francia ci è restituita fuori dalle cartoline turistico-politiche. Il resto è un grande Cassel che mostra tutto il suo talento nel divertire e divertirsi in un ruolo tanto sopra le righe. Per gli amanti del genere una pacchia, per gli altri un tuffo in tutto quello che ci siamo persi in questi anni addormentati, in cui la ribellione e i nemici pubblici si sono dissolti inesorabilmente.." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 13 marzo 2009)

"Prima puntata della nera biografia di un noto malvivente, Jacques Mesrine, il Vallanzasca francese, freddato dalla polizia nel '79 dopo una vita criminosa e spesso collusa con la politica. (...) Ed è solo la prima parte d'un film di genere, meno di Melville più di Verneuil, tratto dall'autobiografia di Mesrine cui Vincent Cassel offre una adesione psicosomatica straordinaria." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 marzo 2009)