MADDALENA

ITALIA 1972
Maddalena è una donna di provocante bellezza, insoddisfatta. Separata dal marito, che non vuole concederle il divorzio, s'è data a balorde compagnie, a orge, all'alcool. Durante una delle sue "festicciole", conosce un giovane prete, trascinato davanti a lei per una stupida scommessa, da alcuni dei suoi amici. Ossessionata dal bisogno di riscattarsi, Maddalena intravede in quel sacerdote la propria ancora di salvezza sia spirituale che fisica. Abbandonate le cattive amicizie diventa una presenza costante nelle sue giornate, giungendo a cercarlo dappertutto, in casa, in chiesa, per strada. Turbato, il sacerdote abbandona la parrocchia per una chiesetta lungo un'autostrada. Maddalena lo raggiunge anche lì, riprende la sua persecuzione, sta quasi per trionfare delle sue insistenze. Un giorno, però, il prete la scopre in compagnia di un pescatore al quale Maddalena s'era già concessa durante una gita in barca. Ciò gli dà la forza per allontanarla; ma la donna non si dà per vinta: è decisa a sposarlo. Durante un viaggio in automobile col marito accade un incidente: l'auto si rovescia, l'uomo si ferisce gravemente. Maddalena lo lascia morire, confessa il suo delitto al prete, lo invita sulla spiaggia per un chiarimento definitivo. Denudatasi, Maddalena lo invita a fare altrettanto e a seguirla in mare: il sacerdote, una bracciata dopo l'altra, la supera per perdersi nel largo in quell'assoluto che aveva smarrito. Maddalena, sfinita e irredenta, torna a riva.
SCHEDA FILM

Regia: Jerzy Kawalerowicz

Attori: Lisa Gastoni, Eric Woofe, Ivo Garrani, Paolo Gozlino, Barbara Pilavin, Ezio Marano, Lucia Alberti, Pietro Fumelli, Ermelinda De Felice, Paolo Bonacelli

Soggetto: Jerzy Kawalerowicz

Sceneggiatura: Jerzy Kawalerowicz

Fotografia: Gábor Pogány

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Franco Arcalli

Durata: 116

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR

Produzione: UNITAS (ROMA) BOSNA (SARAJEVO)

Distribuzione: REGIONALE

NOTE
SECONDA EDIZIONE - REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1996
CRITICA
Nel tentativo di riprendere il tema della peccatrice evangelica (qui presentata nelle vesti di una donna che cerca di redimersi tentando, con tutti i mezzi a propria disposizione, sia fisici che ideologici, un giovane prete tormentato e dubbioso), il film scade, per la insulsaggine dei e la conseguente incredibilità psicologica dei personaggi, al livello di un banale fotoromanzo. Inoltre, presenta il sacerdozio come una "deminutio hominis", uno stato di inferiorità esistenziale, una scelta che rende chi lo esercita incapace di andare, nell'amore del prossimo, al di là delle parole pronunciate dal pulpito o nel confessionale. (Segnalazioni Cinematografiche).