L'ultima missione

MR 73

L'ex poliziotto Marchal ancora alle prese con i ricordi: riscatto e redenzione annacquati dall'enfasi

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FRANCIA 2008
Marsiglia. Louis Schneider è un poliziotto francese senza più stimoli, dedito all'alcool e perseguitato dai fantasmi del suo passato. Tuttavia, un nuovo incarico potrebbe risollevare le sue sorti. Gli viene affidata infatti la protezione di Justine, una ragazza di 25 anni i cui genitori sono stati uccisi anni prima da Charles Subra, un feroce assassino che Schneider ha arrestato all'epoca dei fatti e che ora sta per essere rilasciato.
SCHEDA FILM

Regia: Olivier Marchal

Attori: Daniel Auteuil - Schneider, Olivia Bonamy - Justine, Catherine Marchal - Marie Angéli, Francis Renaud - Kovalski, Gérald Laroche - Matéo, Guy Lecluyse - Jumbo, Philippe Nahon - Subra, Moussa Maaskri - Ringwald, Swan Demarsan - Mathias Becker, Christian Mazucchini - Collega di Kovalski, Tony Gaultier - Sorvegliante, Louise Monot - Sorella di Justine, Virginia Anderson - La psicologa

Sceneggiatura: Olivier Marchal

Fotografia: Denis Rouden

Musiche: Bruno Coulais

Montaggio: Raphaëlle Urtin

Arredamento: Ambre Fernandez

Costumi: Marie-Laure Lasson

Effetti: Stephane Bidault

Altri titoli:

RmR-73

Durata: 121

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: HAWK SCOPE, 35 MM (1:2.35)

Produzione: LGM PRODUCTIONS, GAUMONT PRODUCTION, MEDUSA PRODUZIONE, STUDIO CANAL

Distribuzione: MEDUSA

Data uscita: 2008-04-18

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 31 AGOSTO 2009 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"Quello che non convince è l'eccesso di simbolismo e in qualche modo di compiacimento che Marchal mette nel descrivere sia la caduta del protagonista sia la corruzione e le meschinità della polizia. Troppe bottiglie di whisky tracannate, troppe pareti scrostate e sporche, troppo sangue che lascia ovunque il suo segno, troppe notti piovose e buie: troppa retorica troppo scontati che finisce per sovraccaricare di simboli una storia che avrebbe potuto essere molto più secca. E che finisce per trasformare il protagonista in una specie di
'vendicatore solitario' compiaciuto e ridondante, ricacciando in secondo piano sia il tema della fragilità umana di fronte al dolore sia quello dell'inadeguatezza morale della polizia, che quella 'morale' dovrebbe cercare di far rispettare." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 18 aprile 2008)

"Rifare un film noir alla maniera di Melville, non è cosa da tutti; lo attesta il recente 'Le deuxième souffle' di Alain Courneau. Anche là Daniel Auteuil portava i baffi, ma finiva per somigliare a Peppino De Filippo: qui, invece, dà vita ai tormenti di un uomo scorticato vivo con l'autorevolezza - commovente - del grande attore." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 18 aprile 2008)

"Grandguignolesco e semplificante, il film è interessante, e così ricalcato sui classici polizieschi francesi d'un tempo da diventare commovente." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 18 aprile 2008)

"Oliver Marchal torna a dirigere Daniel Auteuil, dopo averlo incensato nel gran bel film '36 Quai dei Orfèvres'. Questa volta Daniel è un vecchio poliziotto un po' dimesso che aiuta una ragazza ossessionata dall'assassino, tornato, in libertà, dei suoi genitori. Emozioni forti."(Dario Zonta, 'L'Unità', 18 aprile 2008)

"Stavolta l'intenso Marchal delude. Le sue tematiche ci sono tutte: i poliziotti sono pazzi esaltati, vermi corrotti o idealisti perdenti, la politica fa schifo e il male spesso trionfa sul bene. Ma rispetto ai due mezzi capolavori precedenti, le immagini si fanno estetizzanti, i dialoghi fiacchi e gli attori poco emozionanti. Specie un Auteuil forzatamente maledetto con stonati occhiali da sole arancioni. Massimo rispetto per una trilogia comunque pazzesca. Quando la malinconia di Melville incontra la potenza di Ellroy viene fuori Oliver Marchal. La prossima missione andrà meglio."(Francesco Alò, 'Il Messaggero', 18 aprile 2008)