La vita è bella

ITALIA 1979
Antonio Murillo, pilota militare in Angola, quando nota che su una barca, insieme a dei rivoltosi, ci sono donne e bambini, rifiuta di bombardarli e, tornato sulla terra, chiede di essere rimandato a casa. A Lisbona trova lavoro come tassista e conosce la bella Maria, cameriera in un bar. Un giorno accompagna il misterioso Alvarado alla stazione, ma subito dopo - ignorando che Maria, insieme ai suoi parenti, fa parte di un'organizzazione che si oppone al regime di Salazar - viene convocato dal giudice Perez. Deciso a proteggere la sua amata, Antonio finisce un prigione da cui tempo dopo riesce ad evadere. Rimasti soli, Antonio e Maria riescono a fuggire a bordo di un aereo.
SCHEDA FILM

Regia: Grigori Chukhrai

Attori: Giancarlo Giannini - Antonio Murillo, Ornella Muti - Maria, Regimantas Adomaitis - Il giudice Perez, Stefano Madia - Paco, Enzo Fiermonte - Zio di Maria, Stanislav Cecan, Eduardos Cunavicius, Andrej Daniliuk, Nicolaj Dupak, Bruno Di Luia, Igor Yasulovich, Alexander Ivanov

Soggetto: Giovanni Fago

Sceneggiatura: Augusto Caminito, Grigori Chukhrai, Massimo Felisatti - collaborazione, Giovanni Fago - collaborazione, Fabio Pittorru - collaborazione, Giorgio Arlorio - collaborazione, Gianfranco Clerici - collaborazione

Fotografia: Luigi Kuveiller

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Mario Morra

Scenografia: Giantito Burchiellaro

Costumi: Wayne A. Finkelman

Altri titoli:

Life Is Beautiful

Durata: 95

Colore: C

Genere: DRAMMATICO POLITICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO

Produzione: NELLO SANTI PER 4 CAVALLI CINEMATOGRAFICA (ROMA), MOSFILM (MOSCA)

Distribuzione: CIDIF CAD

CRITICA
"Il film ha il grave peso di portare la firma di un famoso regista russo ('Cieli puliti', 'La ballata del soldato', 'Il quarantunesimo'), di essere una promettente coproduzione italo-russa, di essere troppo pomposamente preannunciato da clamorose interviste dello stesso autore e dei suoi maggiori collaboratori. Infatti come storiella sentimentale, pur non toccando autentici vertici di poesia (sui quali ha tanto insistito nelle dichiarazioni Chukhrai), avrebbe potuto accontentare chi gusta il cinema di sentimenti e non sta tanto ad andare per il sottile sulla credibilità della vicenda o sulla nebulosità di taluni personaggi. Ma, oltre alle suddette circostanze (che inducevano ad attendere il 'capolavoro'), la 'love story' si unisce ad una vicenda poliziesco-politica da cui scaturiscono tematiche che dal Portogallo di alcuni anni fa si proiettano inesorabilmente sulle condizioni di oppressione esistenti nella Russia." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 88, 1980)