La fine è nota

ITALIA 1992
Uno sconosciuto sceglie di morire gettandosi da una delle finestre dell'appartamento di un avvocato affermato. Un avvocato la cui vita, prima di quel volo, scorreva liscia come l'olio: una bella casa, una bella moglie, soldi, fama. Cosa voleva quello sconosciuto da lui? L'avvocato segue all'inizio la pista professionale, legata al suo lavoro, a un processo in corso molto importante. Ma l'indagine, come un puzzle sbagliato, oscura la verità, la vela di altri sospetti. E minaccioso emerge dal passato e dalla vita dell'altro un solo fatale punto di contatto.
SCHEDA FILM

Regia: Cristina Comencini

Attori: Fabrizio Bentivoglio - Bernardo, Daria Nicolodi - Avvocato Mila, Massimo Wertmüller - Carlo Piane, Valeria Milillo - Archivista, Valeria Moriconi - Elvira Delogu, Corso Salani - Rosario, Stefano Viali - Avvocato Anselmi, Mariangela Melato - Elena Malva, Valérie Kaprisky - Maria, Carlo Cecchi - Cervello

Sceneggiatura: Suso Cecchi d'Amico, Cristina Comencini

Fotografia: Dante Spinotti

Musiche: Alessio Vlad, Fiorenzo Carpi, Claudio Capponi

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Paola Comencini

Costumi: Antonella Berardi

Altri titoli:

The End Is Known

Durata: 97

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Tratto da: Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Geoffrey Holiday Hall

Produzione: GIOVANNELLA ZANNONI PER CINERITMO, RAIDUE (ROMA) - LES FILMS, ALAIN SARDE (PARIS)

Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI (1993) - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

NOTE
REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1993.
CRITICA
Il film non è privo di difetti: appunto la conclusione incongrua; la figura dell'avvocato Fabrizio Bentivoglio, troppo giovane, nel costume italiano, per disporre di tanto potere e di tanta autorità; troppe apparizioni brevi di attori bravi ma troppo teatrali. Imperfetto ma interessante, complesso, ben fatto, professionalmente maturo, "La fine è nota" offre anche una Valerie Kaprisky molto adeguata al personaggio torbido e Corso Salani, la cui naturalezza è sempre credibile. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)