Il prezzo della libertà

Cradle Will Rock

USA 1999
Nella New York anni '30 il clima culturale è in pieno fermento, ma la censura incombe e i nuovi capitalisti non sono disposti a subire facili ironie. Così Orson Welles si vede costretto a rinunciare alla messa in scena dello scandaloso musical 'Cradle will rock', scritto da Marc Blitzstein, perché sospettato di simpatie comuniste . Nel frattempo il pittore Diego Rivera deve decorare, su incarico di Nelson Rockfeller, il Rockfeller Center e una contessa italiana (la patriota Margherita Sarfatti) cerca di vendere opere d'arte di Leonardo Da Vinci per sovvenzionare la causa fascista di Mussolini.
SCHEDA FILM

Regia: Tim Robbins

Attori: Hank Azaria - Marc Blitzstein, Rubén Blades - Diego Rivera, Joan Cusack - Hazel Huffman, John Cusack - Nelson Rockfeller, Cary Elwes - John Houseman, Philip Baker Hall - Gray Mathers, Cherry Jones - Hallie Flanagan, Angus Macfadyen - Orson Welles, Bill Murray - Tommy Crickshaw, Vanessa Redgrave - Contessa Lagrange, Susan Sarandon - Margherita Sarfatti, Jamey Sheridan - John Adair, John Turturro - Aldo Silvano, Emily Watson - Olive Stanton, Bob Balaban - Harry Hopkins, Jack Black - Sid, Kyle Gass - Larry, Paul Giamatti - Carlo, Barnard Hughes - Frank Marvel, Barbara Sukowa - Sophie Silvano, John Carpenter - William Randolph Hearst, Christopher Bauer - Carpentiere

Soggetto: Tim Robbins

Sceneggiatura: Tim Robbins

Fotografia: Jean-Yves Escoffier

Musiche: David Robbins

Montaggio: Geraldine Peroni

Scenografia: Richard Hoover

Costumi: Ruth Myers

Effetti: J.C. Brotherhood

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35MM, SUPER 35 - CINEMASCOPE

Produzione: CRADLE PRODUCTIONS, INC. - HAVOC - TOUCHSTONE PICTURES

Distribuzione: FILMAURO DISTRIBUZIONE (2003)

Data uscita: 2003-06-12

NOTE
-PRESENTATO AL FESTIVAL DI CANNES 1999.
CRITICA
"New York, 1936. Orson Welles ha solo 21 anni ma ha già le stimmate del genio. Solo il governo Usa non lo sa e ostacola con tutti i mezzi un suo scottante musical politico, 'The Cradle Will Rock ...' (...) Tim Robbins rievoca con toni da commedia svitata un episodio storico che prefigura gli anni peggiori del maccartismo. Peccato che per coordinare la folla di personaggi e attori (Margherita Sarfatti - Susan Sarandon, Nelson Rockefeller - John Cusack, Diego Rivera - Ruben Blades, etc.) abusi di macchiette e licenze". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 giugno 2003)

"Tim Robbins quando fa il regista predilige il cinema politico, come in 'Bob Roberts' oppure quello civile, come in 'Dead Man Walking'. Oggi resta su quelle cifre e risale agli anni Trenta, quando, negli Stati Uniti, cominciava la cosiddetta 'caccia alle streghe'. (...) In mezzo anche personaggi tutti inventati ai quali danno volto interpreti di fama come John Turturro, Emily Watson, Vanessa Redgrave coinvolti anche in vicende secondarie, tutte però riconducibili sempre al tema centrale della libertà d'espressione negata. Ora con delle caratterizzazioni un po' facili, spesso con ritmi ineguali quando agli aneddoti si alternano le pagine legate al musical rappresentato alla fine solo con mezzi di fortuna. Comunque, con un senso dello spettacolo che può anche convincere". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 13 giugno 2003)

"Robbins, paladino del pacifismo americano, racconta il passato prossimo delle lotte sindacali e delle battaglie per la libertà di espressione nel mondo degli artisti. E mette insieme Mussolini, Rockfeller, Hearst, Welles e tanti, troppi, altri. Non male l'idea, ma è tutta di testa, manca l'anima". (Paola Piacenza, 'Io Donna', 14 giugno 2003)

"(...) Lo spirito dei tempi è rispecchiato in pieno con le grottesche sedute del Comitato per le attività antiamericane, la dama Vanessa Redgrave che protegge gli attori perseguitati e John Turturro che non tollera sentire i figli cantare 'Giovinezza'". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 14 giugno 2003)

"Tenuto nel congelatore per quattro anni (Robbins non va d'accordo con l'amministrazione Bush), un film pieno di sincero zelo, ma non troppo concitato e viziato da un manicheismo primario: perché siano chiare a tutti le responsabilità dei personaggi e la fede di Tim nella democrazia, quella vera". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 giugno 2003)