Il mondo vuole così

ITALIA 1946
Un onesto impiegato di banca viene accusato di aver rubato tre milioni e tutte le deposizioni concorrono ad attestare che egli rubò per soddisfare i desideri di lusso della moglie. Nessuno lo crede innocente, ma all'uscita dal carcere - dopo quasi cinque anni - tutti gli si fanno attorno premurosi credendolo milionario. Invano egli cerca di reagire ma poi si presta anche lui al gioco. Frattanto viene a scoprire che l'autore del furto è stato il figlio del direttore della banca che ora, per compensarlo della prigione, lo riabilita fingendo l'integrale restituzione dei tre milioni. Tale gesto è vivamente biasimato ed intorno all'impiegato torna a formarsi un cerchio di incomprensione e di ostilità. Allora il giovanotto si appropria di una vistosa somma e fugge con la moglie che da quando lo ha ritenuto un ladro, ha cominciato ad amarlo.
SCHEDA FILM

Regia: Giorgio Bianchi

Attori: Vittorio De Sica - Mario, Clara Calamai - Moglie di Mario, Lauro Gazzolo - Direttore della banca, Massimo Serato - Figlio del direttore della banca, Carlo Romano, Enrico Glori, Enzo Biliotti, Luciano Mondolfo, Lia Orlandini, Loris Gizzi, Amilcare Pettinelli, Marina Doge, Dina Romano, Augusto Mastrantoni, Giuseppe Pierozzi, Alfredo Martinelli, Augusto Marcacci, Cesare Bettarini, Flavia Palumbo, Paolo Sandri, Adele Mosso, Lia Bianchi, Annibale Betrone

Soggetto: Cesare Zavattini

Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Aldo De Benedetti

Fotografia: Arturo Gallea

Musiche: Gino Filippini, Giovanni D'Anzi

Montaggio: Mario Bonotti

Scenografia: Piero Filippone

Durata: 88

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: Una commedia di Aldo De Benedetti e Mario Luciani

Produzione: AUREA FILM - EXCELSA

Distribuzione: SANGRAL

NOTE
LO SCENEGGIATORE ALDO DE BENEDETTI NON ERA ACCREDITATO.
CRITICA
" (...) La sceneggiatura è modesta, il dialogo talvolta ovvio e banale, ma l'ingegnosa trovata e l'interpretazione eccellente di Vittorio De Sica (...) contribuiscono a dare a questo lontano parente di "Topaze" una cordiale e talvolta pungente moralità". (Giorgio Prosperi, "Il Giornale d'Italia", 24/5/1946).

"L'interesse della vicenda è tenuto desto sino alla fine e la pellicola ha degli ottimi spunti. Degna di rilievo l'interpretazione del protagonista." (Segnalazioni Cinematografiche, vol 20, 1946)