IL CAPITANO NERO

ITALIA 1950
Un gentiluomo, Giuliano Garlandi, ha usato violenza ad una donzella di nobile famiglia, Luisa Adinolfi, della quale si fingeva innamorato. Due fratelli di Luisa giurano di vendicare l'offesa; ma Giuliano tende loro un tranello e li uccide proditoriamente. Il Garlandi gode la protezione del Duca Riano di Corvara, promesso alla nipote del Governatore; egli si sente quindi sicuro dell'impunità. Dopo qualche tempo ritorna in città Marco Adinolfi, fratello maggiore di Luisa. Sfuggito al tranello tesogli da Giuliano e dal Duca, Marco chiama intorno a sé alcuni nobili, avversi ai Garlandi ed ai Cervara, e ansiosi, come lui, di vendicare i torti ricevuti. Intanto il Duca Riano valendosi di false accuse, induce il Governatore ad arrestare Marco, ch'egli si propone di sopprimere. Liberato dagli amici, Marco penetra, mediante uno stratagemma, nella casa di Giuliano, ch'uccide sotto gli occhi dell'amante. La nipote del Governatore, Barbara Vivaldi, si rifiuta di sposare il Duca. Questi decide di rapirla; ma il tempestivo intervento di Marco fa sì che il violento proposito non abbia effetto. Accompagnato dagli amici, Marco riesce a penetrare nel castello del Duca, ch'egli uccide.
SCHEDA FILM

Regia: Alberto Pozzetti, Giorgio Ansoldi

Attori: Marina Berti - Barbara Vivaldi, Andrea Checchi - Fratello Di Marco E Lucrezia, Franca Marzi, Marisa Merlini - Lucrezia Adinolfi, Paul Müller - Giuliano, Roberto Risso - Paolo Adinolfi, Carlo Borelli, Mario Ferrari - Duca Fabrizio Di Corvara, Steve Barclay - Marco Adinolfi, Fedele Gentile - Prospero Venturini

Soggetto: Corrado Capparuccia

Sceneggiatura: Alberto Consiglio, Ettore Maria Margadonna, Corrado Capparuccia, Virgilio Sabel

Fotografia: Carlo Montuori

Musiche: Raffaele Gervasio

Scenografia: Alfredo Montori

Genere: DRAMMATICO STORICO

Produzione: CTC

Distribuzione: API - REGIONALE

CRITICA
"Da un film d'avventura [...] questo si è ridotto ad essere un film comico contro la volontà dei due suoi registi che avevano cercato (e per questo si erano uniti) di dargli una parvenza cinematografica. Ma la loro palese incapacità è riuscita a far loro ottenere un successo inaspettato. Successo di ilarità generale". (F. Gabella, "Intermezzo", n. 20/21 del 15/11/1951).