Cronache di un convento

The Reluctant Saint

USA 1962
Dopo essere stato vittima di incidenti e malattie, il ventenne Giuseppe Desa fa il suo ingresso nel convento francescano di Otranto come fratello converso. Dopo qualche tempo, però, viene rimandato a casa a causa della sua ingenuità, ma anche per la malevolenza di padre Raspi e altri confratelli. La madre di Giuseppe, però, non accetta la decisione dei superiori e riporta suo figlio a forza in convento. Lì il ragazzo viene notato dal Vicario Generale dell'Ordine, che decide di avviarlo al sacerdozio. Quando però Giuseppe inizia a levitare da terra, i confratelli, stupiti, si schierano tutti contro di lui. A niente però vale anche l'esorcismo. I frati del convento dovranno piegarsi alla verità...
SCHEDA FILM

Regia: Edward Dmytryk

Attori: Maximilian Schell - Giuseppe Desa, Ricardo Montalban - Don Raspi, Lea Padovani - La madre di Giuseppe, Akim Tamiroff - Il vescovo, Harold Goldblatt - Padre Giovanni, Arnoldo Foà - Felixa, Mark Damon - Aldo, Luciana Paluzzi - Carlotta, Carlo Croccolo - Il gobbo, Giulio Bosetti - Fratello Orlando, Elisa Cegani - Una suora

Soggetto: John Fante, Joseph Petracca

Sceneggiatura: John Fante, Joseph Petracca

Fotografia: C.M. Pennington-Richards

Musiche: Nino Rota

Montaggio: Manuel del Campo

Scenografia: Mario Chiari, Pasquale Romano

Costumi: Maria De Matteis

Altri titoli:

Joseph Desa

Durata: 105

Colore: B/N

Genere: BIOGRAFICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: EDWAR DMYTRYK PER DMYTRYK-WEILER

Distribuzione: CEIAD

CRITICA
"Film di ingenua ispirazione e realizzazione, fatto con buona volontà ma con modestia di risultati formali e contenutistici. La vicenda è raccontata solo esteriormente e anche in questo tanto la regia che l'interpretazione del pur bravo Maximilian Shell non sembrano efficaci e convincenti. Le intenzioni buone quanto ingenue dei realizzatori del film sono fuori discussione. Tuttavia la rappresentazione del santo personaggio (davvero notevolmente sconcertante) e dell'ambiente ad esso connesso è compiuta con una serie di notazioni più fastidiose che divertenti. La santità è inoltre ridotta ad un fatto puramente esteriore, sostenuta da prodigi curiosi e stravaganti anziché da virtù cristiane solidamente praticate." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 52, 1962)