Chi l'ha vista morire?

ITALIA 1971
A Mégève, in Francia, la piccola Nicole viene uccisa mentre gioca sulla neve; la governante, Ginevra Storelli, si trasferisce a Venezia: il caso viene archiviato. Quattro anni dopo, nel 1972, un'altra bambina, Roberta, da poco giunta a Venezia, proveniente da Amsterdam, dove viveva con la madre Elizabeth, viene trovata uccisa. Il padre, lo scultore Franco Serpieri, comincia da solo a cercare il responsabile della morte di Roberta, avendo scarsa fiducia nell'azione del commissario De Donato. Analogie con la precedente morte di un'altra bambina lo spingono verso persone che conosce ma che non frequenta: il mercante Serafian; una sua amica, Ginevra Storelli; l'amante di questa, Filippo Venier; lo storpio figlioccio di Serafian; un avvocato equivoco, Bonaiuti. Le indagini non provocano altro che la morte di quasi tutti i personaggi sospetti, e mettono in pericolo la vita degli stessi coniugi Serpieri (Elizabeth è nel frattempo arrivata a Venezia). Lo scultore poi scopre che l'assassino è un sacerdote, padre James, che mediante le azioni delittuose intendeva "vendicarsi" dell'attività di prostituta della madre, e impedire che delle bambine potessero crescere nel vizio.
SCHEDA FILM

Regia: Aldo Lado

Attori: George Lazemby - Franco Serpieri, Anita Strindberg - Elizabeth Serpieri, Adolfo Celi - Serafian, Dominique Boschero - Ginevra Storelli, Peter Chatel - Philip Vernon, José Quaglio, Piero Vida, Nicoletta Elmi, Alessandro Haber

Soggetto: Francesco Barilli, Massimo D'Avack

Sceneggiatura: Francesco Barilli, Massimo D'Avack

Fotografia: Franco Di Giacomo

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Angelo Curi

Scenografia: Gisella Longo, Sandro Parenzo

Arredamento: Gisella Longo, Sandro Parenzo

Aiuto regia: Vittorio De Sisti

Altri titoli:

Malastrana

Durata: 95

Colore: C

Genere: GIALLO

Specifiche tecniche: TECHNISCOPE, TECHNICOLOR

Produzione: DORIA (ROMA) PER DORIA FILM PRODUZIONI, DUNHILL CINEMATOGRAFICA (ROMA), DIETER GEISSLER FILMPRODUKTION (MONACO), JADRAN FILM (ZAGABRIA).

Distribuzione: REGIONALE

NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1995
CRITICA
"Scarse capacità tecniche al servizio di un film confuso e artificioso. Questa povertà nella realizzazione non rende meno grave l'indegnità morale di cui l'opera è imbevuta, indegnità che si configura nell'ingannare le attese degli spettatori (che si aspettavano un vero e proprio "giallo", com'era nelle promesse e premesse di questo film), e nel turbarli spiritualmente per mezzo di un'orripilante sequela di scene sadiche o di sequenze erotiche." ('Segnalazioni Cinematografiche')