Bota Cafè

Bota

3.5/5
Un dramma storico che accende la speranza. Piacevole sorpresa da una coproduzione italo-albanese

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ITALIA 2014
Bota è un piccolo caffè in mezzo al nulla, nelle vicinanze di un ex campo di internamento nazional-comunista del regime di Henver Hoxa. Beni è il proprietario, mentre Juli e Nora lavorano per lui. La prima è la cugina, la seconda è l'amante. I tre vivono in un villaggio albanese deserto e desolato. E lontani da tutto e da tutti il tempo sembra non passare mai. Beni è un uomo d'affari, pensa solo ai soldi e non si fa scrupoli nel tradire le persone a lui care. Juli, invece, si prende cura della nonna Noje, che ormai anziana e segnata dalla guerra, la scambia continuamente per la madre Alba venuta a mancare anni prima. In fine, Nora è la giovane cameriera del Bota Cafè. Solare, vivace e viva. Due sono i fattori scatenanti che rompono la monotonia delle loro vite: la costruzione di un'autostrada a pochi Km dal Bota Cafè e la ricerca, nella palude vicina, dei corpi degli uomini e delle donne uccisi dalla dittatura.
SCHEDA FILM

Regia: Iris Elezi, Thomas Logoreci

Attori: Flonja Kodheli - July, Fioralba Kryemadhi - Nora, Artur Gorishti - Beni, Tinka Kurti - Noje, Alban Ukaj - Mili, Luca Lionello - Filippo, Erand Sojli - Baku, Elda Sorra - Alba Toma, Suela Bako - Majlinda Prifti, Suela Bako - Majlinda Prifti, Amos Zaharia - Orion

Sceneggiatura: Iris Elezi, Thomas Logoreci, Stefania Casini

Fotografia: Ramiro Civita

Montaggio: Walter Fasano

Scenografia: Shpetim Baca

Costumi: Emir Turkeshi-Gramo

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SUPER16 MM, DCP (1:2.35)

Produzione: ERAFILM, PARTNER MEDIA INVESTMENT, IN COPRODUZIONE CON FLEX FILM, I'S CONTINUUM

Distribuzione: PMI E ISTITUTO LUCE CINECITTÀ (2015)

Data uscita: 2015-06-25

TRAILER
CRITICA
"È uno strano film che cresce a vista, non sparisce ma chiede permesso nella memoria, questo albanese diretto da Iris Elezi e Thomas Logoreci (...). Neo realismo con mélo, alla De Sands, e tutti i rancori politici appena sopiti, ma la storia è l'attenta analisi psicologica di esistenze vuote e carenti di affetti, in un luogo improbabile in mezzo al nulla, autostrade in divenire, cocktail e neon. Quindi molta atmosfera, orizzonti limitati e senza grandi speranze: il cinema quando vuole sa esprimere questo rimpianto del futuro." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 25 giugno 2015)

"Siamo nell'Albania postcomunista che tenta di ricostruirsi, ma non riesce a cancellare le tracce dei trascorsi orrori: in quella terra di nessuno durante il regime venivano deportati e uccisi gli oppositori, una tragedia che pesa sui discendenti come una condanna a vita. I registi Thomas Logoreci e Ires Elezi conducono con limpido rigore questa ballata di anime allo sbando per le colpe fatali della Storia, ritagliando nella malinconia di una paludosa routine momenti di bellezza e attimi di abbandono." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 25 giugno 2015)

"Si dice film insolito e si pensa al solito pacchetto per cineclubomani. 'Bota café', invece, pur non essendo un titolo a consumo rapido (è una coproduzione italo-albanese) ha le carte in regola per candidarsi a piccolo scoop di stagione grazie all'incisività dell'ambientazione, la tensione espressa dagli interpreti e un punto di vista registico non accomodato sotto il comodo ombrello protestatario o rivendicativo. (...) La lentezza dello svolgimento e qualche concessione a un superfluo poeticismo rendono il quoziente artistico imperfetto, ma gli ottimi attori (a cominciare dalla protagonista Flonia Khodeli) e l'eccezionale fotografia contribuiscono a portare il film al di là del recinto neo-neorealistico e a comunicare un'amarezza universale (bota in albanese significa mondo) che resta dentro." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 26 giugno 2015)

"(...) interessante lavoro a doppia firma degli albanesi Elegi e Logoreci. (...) Film minimalista e coerente nelle sue dinamiche portanti, mostra un'Albania in trasformazione a partire da persone/personaggi raminghi e a modo loro disperati. Se l'uomo rimane il padrone della società, è la donna alla fine a decidere la via da percorrere per il cambiamento del Paese." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 2 luglio 2015)