Quattro passi fra le nuvole
ITALIA - 1942

Paolo Bianchi, un commesso viaggiatore sposato con figli, incontra in treno una ragazza sedotta da un uomo che l'ha poi abbandonata. Ritorna dai suoi genitori in campagna ma ha timore di confessare loro la sua sventura e prega lo sconosciuto di accompagnarla e di presentarsi - soltanto per qualche ora - come suo marito. Il giovane, mosso a pietà dall'angoscia della ragazza, acconsente ma l'artificio non regge. Il marito improvvisato dopo poche ore di vita irreale, costruita dal sogno e dalla pietà, se ne torna alla sua casa e alla vita di ogni giorno, riuscendo però a far perdonare la figlia dai genitori.
- Regia:
- Attori: - Paolo Bianchi, - Clara Bianchi, - Maria, - Pasquale, fratello di Maria, - Matteo, - Luca, padre di Maria, - Luisa, madre di Maria, - Antonio, autista della corriera, - Compagno di viaggio, - Viaggiatore sulla corriera, - Controllore sul treno, - Viaggiatore nervoso, - Contadino sulla corriera, - Suonatore di tromba sulla corriera, - Giovanni, il benzinaio, - Suonatore girovago, - La maestra sulla corriera, - Il droghiere di Campolo, - Signora Clelia, - Anna, la contadina, - Sor Antonio, il capostazione, - Il settentrionale sulla corriera, - Viaggiatore, - Fattorino della corriera
- Soggetto: Cesare Zavattini, Piero Tellini
- Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Piero Tellini, Aldo De Benedetti, Alessandro Blasetti, Giuseppe Amato
- Fotografia: Václav Vích
- Musiche: Alessandro Cicognini
- Montaggio: Mario Serandrei
- Scenografia: Virgilio Marchi
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Altri titoli:
Four Steps in the Clouds
4 passi fra le nuvole
Cuatro pasos por las nubes - Durata: 94'
- Colore: B/N
- Genere: COMMEDIA
- Produzione: GIUSEPPE AMATO PER CINES
- Distribuzione: ENIC - VIDEOGRAM, MONDADORI VIDEO, 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (IL GRANDE CINEMA)
NOTE
- GIRATO A CINECITTA'.
- NEL 1995 ALFONSO ARAU NE HA FATTO UN REMAKE CON "IL PROFUMO DEL MOSTO SELVATICO".
- NEL 1995 ALFONSO ARAU NE HA FATTO UN REMAKE CON "IL PROFUMO DEL MOSTO SELVATICO".
CRITICA
"Un filmetto quasi sempre delizioso, che ha la sua importanza. Anzitutto perché ci dà una commedia sana, arguta, sentita, e poi perchè Blasetti ci offre con questo film una piccola sorpresa, ci rivela cioè un volto ancora inedito del suo temperamento (...) Il film sotto la sua apparente levità, e sotto la sua autentica grazia, dà vita e cadenze che sono schiette, umane, nostre." (Mario Gromo, "La Stampa", 30/1/1943)