Maicol Jecson

3/5
Confronto generazionale sul modello delle commedie americane. Convince l'esordio di Calabrese e Audenino

Leggi la recensione

ITALIA 2014
È l'ultima settimana del giugno 2009. I genitori sono partiti per le vacanze, così Andrea decide di sfruttare la loro assenza per saltare il campo estivo e fare l'amore per la prima volta con la sua ragazza. Per questo innesca una serie di accadimenti a catena che lo portano, insieme al fratellino e a un anziano conosciuto in un ospizio, a vivere un'avventura carica di imprevisti.
SCHEDA FILM

Regia: Francesco Calabrese, Enrico Audenino

Attori: Remo Girone - Cesare, Tommaso Neri (II) - Tommaso, Vittorio Gianotti - Andrea, Stefania Casini - Maria

Soggetto: Enrico Audenino, Francesco Calabrese

Sceneggiatura: Enrico Audenino, Francesco Calabrese

Fotografia: Luca Chiarello, Mauro Esposito

Musiche: Amari

Montaggio: Gianandrea Tintori, Giuseppe Pagano

Scenografia: Luisa Iemma

Costumi: Sara Costantini, Giovanna Dardano

Suono: Mirko Guerra

Durata: 84

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: 999 FILMS CON RAI CINEMA E TM 2005

Distribuzione: WIDER FILMS

Data uscita: 2014-07-17

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI TORINO PIEMONTE FILM COMMISSION E CON IL SOSTEGNO DI EURASIA SRL AI SENSI DELLA NORMA SUL TAX CREDIT.
CRITICA
"Un film per ragazzi? Tutt'altro, però un film con ragazzi. (...) Ci hanno raccontato queste vicende due registi, Francesco Calabrese e Enrico Audenino, che se le sono anche scritte esitando molto sui toni da seguire, ora pensando alla commedia, ora alla favoletta (erotica) con ragazzi, mescolando al tutto episodi abbastanza improbabili (...) e con personaggi di contorno anche più improbabili (...). Senza molta logica e suscitando solo un certo disordine narrativo in una storia già di per sé piuttosto disordinata. Al centro, come finto nonno, Remo Girone, un po' spaesato nei panni di un personaggio 'buono'. Ancora una riserva, quel titolo costruito con una grafia 'fonetica' il solo esempio finora in 'Daunbailò' (da 'Down by Law') per imitare l'italo-americano di Benigni protagonista di quel film. Lì era già discutibile, qui anche di più." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 17 luglio 2014)

"L'idea poteva essere buona, ma il copione meno che esangue non la sviluppa in alcun modo, i personaggi non arrivano a esistere; e i tentativi di creare riempitivi e diversivi attraverso un viaggio al lago dei tre costellato di piccoli incidenti di percorso non migliora la situazione: l'unico a salvarsi, in grazia della simpatia e di una consumata professionalità, è nonno Girone." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 17 luglio 2014)

"Non tutto quel che arriva in sala sotto il solleone è concime: l'opera prima di Calabrese & Audenino 'Maicol Jecson' non avrebbe sfigurato nel nostrano periodo di punta (ottobre-marzo, sigh), e non solo per il diffuso piattume delle nostre commediole. Se la voce over e il montaggio gggiovane e singhiozzante sono da matita rossa, la riflessione nazional-pop sui miti e i tic dell'indie americano funziona, nonché il focus intergenerazionale su 'nonni' e 'nipoti' sostenuto dagli ottimi attori (l'anziano Girone, i ragazzini Neri e Vittorio Gianotti): irriverente quanto basta, divertito e citazionista, un piccolo film che consapevolmente vuò fa l'americano. Made in Italy." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano, 17 luglio 2014)

"Spiacerà a chi trame e personaggi del genere li sopporta solo se serviti dal grande professionismo americano e proprio non digerisce le imitazioni (ma perché Girone non fa il Girone invece di correr dietro a Robert De Niro?)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 luglio 2014)

"Che bella sorpresa italiana, divertente, ottimamente girata e ancor meglio interpretata. Rispetto ad analoghi 'teen movie indie' americani, questo è da Oscar." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 luglio 2014)

"Racconto di formazione d'ambientazione suburbana, 'Maicol Jecson', deve molto ai modelli indipendenti americani, con cui condivide la struttura tradizionale , le bizzarrie di alcuni caratteri e gli scatti surreali che punteggiano la narrazione. Scritto e diretto con una certa mano da Francesco Calabrese ed Enrico Audenino, trentenni torinesi alla prima esperienza, il film è divertente e simpatico nella sua capacità di bilanciare ambizioni e risultati. La periferia residenziale è descritta con pochi tocchi essenziali e il momento in cui i due fratelli trovano il modo di dirsi il bene che si vogliono è tenero e quasi emozionante. Un'alternativa seria - prodotta a basso budget con i consueti sostegni istituzionali piemontesi - ai tanti prodotti uniformemente volgari che l'industria confeziona con regolarità sugli (ma non necessariamente per) gli adolescenti." (Luca Mosso, 'La Repubblica Tutto Milano', 17 luglio 2014)