La giacca verde

ITALIA 1979
Un giovane e già celebre direttore d'orchestra, Walter Salvini, interrompe nel 1946, a Roma, le prove dell'Otello di Verdi all'Opera. A causare questa brusca interruzione è stato il riconoscere tra gli orchestrali Romualdi, il timpanista, che in periodo bellico ha conosciuto mentre erano ambedue rifugiati in un paesino di montagna. Romualdi allora si faceva passare per un importante direttore d'orchestra e la millanteria dell'epoca era stata da Salvini, che si nascondeva dietro l'identità di un impiegato, assecondata per un gioco crudele che gli aveva permesso di godere, tra l'altro, delle grazie della bella Marta, ex diva del regime, che li aveva ospitati. L'inaspettato incontro durante le prove dell'opera, fa scattare nel superbo intellettuale un meccanismo di rimorso che gli rivela tutta la sua meschinità e il direttore d'orchestra non sarà capace di dirigere quello che credeva un personaggio a lui inferiore.
SCHEDA FILM

Regia: Franco Giraldi

Attori: Jean-Pierre Cassel - Walter Salvini, Renzo Montagnani - Romualdi, Senta Berger - Marta, l'attrice, Vittorio Sanipoli - Commendatore Galli, Laura Trotter - Paola, la giornalista, Adriana Russo - Caterina, Pino Lorin, Gianfranco Quero, Giovanni Vannini, Enzo Spittaleri

Soggetto: Mario Soldati

Sceneggiatura: Lucio Manlio Battistrada, Sandra Onofri, Franco Giraldi, Cesare Garboli

Fotografia: Dario Di Palma

Musiche: Luis Enríquez Bacalov

Montaggio: Raimondo Crociani

Scenografia: Guido Josia

Costumi: Danda Ortona

Durata: 103

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO - COLORE

Tratto da: racconto omonimo di Mario Soldati pubblicato nel 1948 su "botteghe oscure"

Produzione: ARTURO LA PEGNA PER C.E.P., RAI-TV (ROMA), TVR 3 (PARIGI)

Distribuzione: GAUMONT

NOTE
- PRESENTATO AL FESTIVAL DI TAORMINA 1979. TRASMESSO IN TV IL 2.12.1981.
CRITICA
"Rispettoso come si dichiara della letteratura, Giraldi si è accostato al racconto di Soldati con scrupoloso spirito di aderenza, anche se si è logicamente permesso qualche libertà. (...) Ne hanno tratto evidente beneficio le psicologie dei personaggi, che risultano delineate con felice precisione, e seguite nel loro sviluppo con una finezza di autentico sapore, trovando piena rispondenza da parte degli interpreti: un sobrio, sensibile, umanissimo Montagnani." (Dario Zanelli, "Il Resto del Carlino", 26.7.1979)