DUE MILIONI PER UN SORRISO
ITALIA - 1939

Un industriale italiano, che in molti anni di lavoro si è formato una fortuna in America, liquida ogni sua attività e preso dalla nostalgia, ritorna in Italia. Egli, sopra tutto, vorrebbe ritrovare colei che nei suoi anni giovanili un giorno gli sorrise. Questo suo sogno sentimentale lo rende facile preda degli intrighi di un gruppo di furbacchioni i quali lo convincono a finanziare un film che ripeta l'episodio della sua lontana giovinezza. Il ricco industriale ha così modo di conoscere un giovane professore, che stranamente rassomiglia anche nel fisico a se stesso quando era giovane, e lo incarica della direzione artistica del film. Durante le ricerche dell'attrice che possa impersonare la protagonista il direttore conosce una dattilografa e se ne innamora. Questo affetto è confortato dall'aiuto del ricco industriale il quale, infine, soddisfatto del film se ne ritorna in America dopo aver donato una ricca sostanza ai due fidanzati.
- Regia: ,
- Attori: - Autista Del Furgoncino, - Padrona Della Copisteria, , , , , , , - Un'Attrice, - Fanciulla Dell'Organino, - Cameriere/Operatore, - L'Oste, , - Giacomo Perotti/Martino Bo, - Elettricista/Capo Cameriere, - Maria, - Cuoco/Truccatore, - Banchista/Regista, - La Guardarobiera, - Ufficiale Giudiziario, - Piera, - Barista, - Lisetta, - Spinelli, - Il Capotreno
- Soggetto: Mario Soldati, Carlo Borghesio
- Sceneggiatura: Renato Castellani, Mario Soldati, Carlo Borghesio
- Fotografia: Mario Albertelli
- Musiche: Felice Montagnini
- Scenografia: Gino Brosio
- Durata: 75'
- Produzione: COMPAGIA CIN.CA - LUX
- Distribuzione: LUX FILM
CRITICA
"(...) A parte quell'ormai noto tono da buona recitazione domenicale nel quale tutti questi nostri attori lodevolmente gareggiano (...) a film finito vien fatto di chiedersi per quanto ancora si continuerà ad approfittare della buona fede del pubblico e spesso di una sua troppo lodevole rassegnazione. Unico dispiacere il vedere la brava Elsa De Giorgi muoversi, per quanto dignitosissimamente, fra tanta mediocrità". (G.Isani,"Cinema",n.80,25/10/1939).