Accattone

ITALIA 1961
'Accattone' è il soprannome di un ragazzo nullafacente che vive in una borgata romana sfruttando una prostituta, Maddalena. Quando la ragazza finisce in carcere, Accattone si trova senza soldi e cerca di tornare dalla moglie che vive insieme al figlioletto in casa del padre e del fratello, ma viene respinto e malmenato. Tenta allora di sostituire Maddalena con una ragazza nuova, Stella, ma lei è incredibilmente ingenua e non è fatta per stare sul marciapiede. Accattone se ne innamora e decide di trovarsi un lavoro per mantenere se stesso e la ragazza, ma un solo giorno di fatiche lo stronca, così decide di rubare della merce da un autocarro, insieme a dei complici. Il colpo va male poiché Maddalena, gelosa, lo ha denunciato per sfruttamento e la polizia lo tiene d'occhio. Mentre i poliziotti cercano di arrestarlo, Accattone si divincola, sale su una motocicletta e fugge ma la sua corsa sarà breve.
SCHEDA FILM

Regia: Pier Paolo Pasolini

Attori: Franco Citti - Vittorio Cataldi, 'Accattone', Silvana Corsini - Maddalena, Franca Pasut - Stella, Paola Guidi - Ascenza, Adriana Asti - Amore, Mario Cipriani - Balilla, Polidor - Becchino, Sergio Citti - Cameriere, Elsa Morante - Lina, una detenuta, Alberto Scaringella - Cartagine, Adele Cambria - Nannina, Franco Marucci - Amerigo, Enrico Fioravanti - Agente, Renato Capogna - Il Capogna, Galeazzo Riccardi - Il Cipolla, Roberto Giovannoni - Il Tedesco, Umberto Bevilacqua - Salvatore, Franco Bevilacqua - Franco, Sergio Fioravanti - Gennarino, Francesco Orazi - Il Burino, Mario Guerani - Il Commissario, Stefano D'Arrigo - Giudice Istruttore, Renato Terra Caizzi - Farlocco, Edgardo Siroli - Farlocco, Danilo Alleva - Iaio, Leonardo Muraglia - Mommoletto, Emanuele Di Bari - Sor Pietro, Amerigo Bevilacqua - Amico di Cartagine, Massimo Cacciafeste - Cognato di Accattone, Silvio Citti - Sabino, Giovanni Orgitano - Lo Scucchia, Adriana Moneta - Margheritona, Mario Castiglione - Amico di Cartagine, Dino Frondi - Amico di Cartagine, Luciano Gonini - Piede d'oro, Alfredo Leggi - Pupo, il biondo, Adriano Mazzelli - Cliente di Amore, Tommaso Nuovo - Amico di Cartagine, Giuseppe Ristagno - Peppe il folle, Carlo Sardoni - Amico di Accattone, Piero Morgia - Pio, Nino Russo - Agente

Soggetto: Pier Paolo Pasolini

Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti - collaborazione ai dialoghi

Fotografia: Tonino Delli Colli, Franco Delli Colli - operatore

Musiche: Carlo Rustichelli

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Flavio Mogherini

Arredamento: Gino Lazzari

Aiuto regia: Bernardo Bertolucci

Collaborazione alla regia: Leopoldo Savona

Altri titoli:

The Scrounger

Accattone!

The Procurer

Durata: 116

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Produzione: ALFREDO BINI PER ARCO FILM SRL, CINO DEL DUCA

Distribuzione: CINO DEL DUCA - CD VIDEOSUONO, RICORDI VIDEO, GRUPPO EDITORIALE BRAMANTE, BMG VIDEO (PARADE, CINECITTA'); IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2020)

NOTE
- OPERA PRIMA DI PIER PAOLO PASOLINI.

- IL FILM INIZIALMENTE DOVEVA ESSERE PRODOTTO DALLA FEDERIZ, CASA DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA AFFIDATA DA ANGELO RIZZOLI A FEDERICO FELLINI, MA QUEST'ULTIMO LO RESPINGE. IL FILM VIENE SUCCESSIVAMENTE PRESENTATO DAL REGISTA MAURO BOLOGNINI AD ALFREDO BINI, IL QUALE DECIDE DI PRODURLO.

- ALL'INIZIO DEL FILM IL REGISTA INSERISCE DEI VERSI DEL V CANTO DEL PURGATORIO. SI TRATTA DI UN'ALLUSIONE ALLA DISPUTA TRA IL DIAVOLO E L'ANGELO PER L'OTTENIMENTO DELL'ANIMA DI BONCORTE DA MONTEFELTRO CHE NONOSTANTE IN VITA SI FOSSE MACCHIATO DI DIVERSE MALEFATTE, PRIMA DI MORIRE, SI PENTE DEI PROPRI PECCATI.

- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 22. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (1961).

- LA VISIONE DEL FILM VIENE VIETATA AI MINORI DI 18 ANNI, LEGGE CHE FINO A QUEL MOMENTO NON ESISTENTE.

- IL FILM HA VINTO IL PRIMO PREMIO AL XIII FESTIVAL DI KARLOVY VARY (1962).

- NEL 2020 LA PELLICOLA VIENE RESTAURATA DALLA CINETECA DI BOLOGNA E DA CSC-CINETECA NAZIONALE MA A CAUSA DEL COVID-19 NON HA AVUTO DISTRIBUZIONE NELLE SALE.
CRITICA
" (...) Il film intero si regge su questo personaggio bellissimo, profondamente sentito, felicemente espresso in tutta la sua complessità. 'Accattone' è molte cose insieme: il secolare scetticismo romano, il relitto d'una società ancora rustica e artigianale, il prodotto di un'alienazione totale; ma è soprattutto l'espressione d'Una sclerosi etica, di un'inconscia volontà suicida. L'autenticità di Accattone è tale che anche un personaggio un po' convenzionale e chapliniano come Stella si tinge di verità ogni volta che s'accompagna con lui. Non meno autentico in quanto altrettanto sentito e sofferto, è lo squallido e sordido paesaggio delle borgate che fa da sfondo alla vicenda, con i suoi mondezzai. Il film è lento e insistito perché Pasolini vuole piuttosto rappresentare, ossia creare degli effetti, che narrare, ossia scatenare un ritmo". (Alberto Moravia, 'L'Espresso', 1961)

"La morte, il presentimento della morte domina, è una presenza - ora segreta, ora esplicita - sospesa sul film dalla prima all'ultima inquadratura. Anche perciò trova una sua giustificazione narrativa la sequenza onirica in cui 'Accattone' sogna il proprio funerale e il paradiso (...). In quest'assenza di speranza e di redenzione Accattone può dirsi una tragedia; il film vive, infatti, di un personaggio solo e di un coro, quello dei volti, dei corpi, delle voci dei suoi compagni. Le donne esistono, sono figure, segni, schemi: o prostitute o madri, o come Stella, angelicata dapprima, poi destituita, sempre materna. Non esiste, parimenti, il mondo esterno, il nostro: quello di Accattone e dei suoi compagni è un inferno o, meglio, un limbo. Diciamolo pure ghetto o 'Lager'". (Morando Morandini, 'Telesera', 1961)

"Certamente 'Accattone' è il tentativo, alquanto ambizioso, di tradurre in materia poetica l'osservazione di un mondo che si presenta morto alla poesia, per la sua crudezza: siamo ai margini di consistenza di quella che si vuol chiamare società civile, dove la dignità umana è profondamente corrotta ma non ha perso del tutto la coscienza del proprio squallido sottoproletariato dell'ultima periferia romana, abitata da sfruttatori e donne di strada. (...) qui la bella prosa non vuole edulcorare la materia, anzi, cerca di rendere quel mondo senza mediazioni, nel suo splendore, se così si può dire, luciferino, senza redenzione sentimentale. Niente 'Poveri ma belli', insomma, ma violenza, desolazione, che sono la logica interna di un mondo fuori d'ogni regola umana. (...) 'Accattone' è quindi un film tutto pasoliniano; ha i furori, le sgradevolezze le pretese sublimi, le inerzie, e i versi opachi e le ironie rabbiosamente polemiche, e la stanchezza verso il vivere, la voluttà di morte (...)". (G.B. Cavallaro, 'Da Accattone a La Religione del Mio Tempo' in 'Cineforum', dicembre 1961)

"Il mondo dei "ragazzi di vita" del sottoproletariato romano, dei diseredati, ha trovato nell'opera di Pier Paolo Pasolini (...) i giusti toni di una partecipazione affettiva e di una interpretazione commossa. Siamo lontani dal clima dei film sugli "Sciuscià" e sui "Ladri di biciclette"; qui il rapporto tra l'autore e i suoi personaggi si basa non sull'osservazione di una serie di fenomeni umani e sociali, ma sulla diretta partecipazione a un mondo di vita; e lo stile della rappresentazione deriva direttamente dalla volontà di dar forma visiva e letteraria ad una esperienza reale (...)". (Gianni Rondolino, "Film 1963" Feltrinelli Editore, 1963)