Quello dei Caroli è un nome indissolubilmente legato all’arte. Non solo circense. A dimostrarlo, nel film documentario diretto da Tizza Covi e Rainer Frimmel, la firma dei Caroli è impressa nella musica, nel cinema e, ovviamente, in pista. Ma se, nel corso dei decenni, alcune generazioni si sono votate alle sonorità rock (vedi i fratelli Caroli, fondatori della pionieristica band Sabotage), alcune al teatro e al cinema, altre hanno proseguito la tradizione circense. Un erede è certamente Tairo Caroli, giovane domatore, protagonista di Mister Universo.

Il giovane Tairo, che ha ereditato dal padre il mestiere di domatore di leoni, sta attraversando un periodo difficile. Un giorno smarrisce il suo portafortuna (un pezzo di ferro piegato) regalatogli da Arthur Robin, ex Mister Universo, dotato di una forza straordinaria e nei circhi per oltre quarant’anni. Il giovane domatore, motivato dalla bella contorsionista Wendy, si metterà sulle tracce di Mister Universo per riavere il suo portafortuna…

Quinto film per la coppia di cineasti Covi-Frimmel, Mister Universo viene girato in analogico, versione che più si addice al metodo di lavorazione dei registi/documentaristi. Perché Mister Universo, più che un film, è un vero e proprio backstage atto a far conoscere al grande pubblico gli uomini che si celano dietro i personaggi portati in pista. Non assistiamo infatti a spettacoli e performance, bensì ci addentriamo nelle roulotte dei circensi entrando così nella loro sfera personale, intima: li vediamo prede di crisi, oltre che economiche, di identità; conosciamo i loro problemi, i loro affetti, i loro modi di agire, pensare e comunicare.

Mister Universo, affrontando trasversalmente i difficili temi legati alla scomparsa della tradizione circense, è soprattutto una riflessione sul tempo e un introspettivo viaggio nel mondo della superstizione. Vediamo Tairo demoralizzato quando perde il suo ferro, assistiamo a Wendy consultarsi con una cartomante, conosciamo i rituali scaramantici dei protagonisti, e ne rimaniamo affascinati. Così come rimaniamo affascinati dal fattore temporale, rappresentato dalle varie generazioni che si susseguono tramandandosi le rispettive arti (vedi Mister Universo e il figlio o Tairo e il padre) e dai legami di parentela e dalla forte complicità tra le varie famiglie circensi. Mister Universo non è biopic sul ribattezzato Ercole Nero. Mister Universo è un viaggio in un mondo magico, destinato a scomparire e che in pochi avranno ancora l’opportunità di esplorare.