Prima di A Ciambra (vincitore della Quinzaine a Cannes 2017, tra i 14 autocandidati italiani per la corsa all'Oscar 2018) Jonas Carpignano aveva diretto Mediterranea, apprezzato alla Semaine de la critique di Cannes 2015.

Mai uscito in sala, ora il primo lungometraggio del regista italo americano, distribuito da Academy Two, sarà in programmazione, da mercoledi 20 settembre, al cinema Nuovo Sacher di Roma.

Il regista italoamericano Jonas Carpignano

Proprio all’Arena del Sacher, alla fine di luglio, Nanni Moretti ha premiato Carpignano come vincitore di Bimbi Belli, la rassegna dedicata alle opere prime dei registi italiani.

Il film è stato girato tra il deserto della Mauritania e la Calabria, precisamente nella piana di Gioia Tauro e a Rosarno, la cittadina che nel 2010 fu teatro della rivolta dei braccianti neri. Proprio da quell'episodio è nata in Carpignano l'idea del film.

 

La vicenda narrata è ispirata a quella vera di Koudous Seihon, immigrato del Burkina Faso che interpreta se stesso (anche se il suo personaggio si chiama Ayiva e sarà uno dei protagonisti in A Ciambra).

Ayiva ha recentemente lasciato la sua casa nella capitale Ouagadougu in cerca di un modo per provvedere a sua sorella e sua figlia. Attraversa il deserto e resiste agli attacchi dei predoni prima di arrivare in Libia e uscire dal paese insieme al suo migliore amico Abas, infine approda sulle coste siciliane a bordo di un'imbarcazione fatiscente.

Ayiva si adatta alla vita in Italia. Lui che viene da una "terra di uomini liberi e coraggiosi" - come ama ripetere - si ritrova trattato come uno schiavo, forzato a raccogliere arance a un ritmo inumano e per un salario da fame, in Calabria. La tensione si alza fino a quando un crimine locale scatena la "caccia all'immigrato". Qui la sua vicenda personale si intreccia con la cronaca, con lo sconvolgente scontro tra immigrati e locali avvenuto a Rosarno nel 2010.