Da James Bond con il dou dou alle fanedit antifemministe, dalla disfatta di Barbie agli anatemi trumpiani: così il cinema ha messo in scena (e poi liquidato) l’agenda “woke”
Ryan Murphy racconta il serial killer spogliando la narrazione da intenti sociologici e morali, lasciandosi semplicemente andare alla visione dell’orrore. Ma la serie è didascalica, pedante, sensazionalistica, banalmente poco interessante
Personaggi di finzione chiamati a riscrivere la Storia del cinema e le sorti di divi (o meno) realmente esistiti: è la scommessa vinta di Ryan Murphy e Ian Brennan. In 7 puntate, su Netflix