“Simpatizzare con il personaggio? Era l’ultima cosa che mi potesse venire in mente. Non è spaventoso, non incarna il male, è vero, la mia idea è piuttosto che qualcuno veda il film e diventi nervoso pensando a chi ci possa essere alle sue spalle”. David Fincher porta in Concorso a Venezia 80 The Killer, basato sulla graphic novel omonima scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e illustrata da Luc Jacamon, a ottobre al cinema e dal 10 novembre su Netflix che produce.

Protagonista Michael Fassbender, nel cast Tilda Swinton, entrambi assenti al Lido per lo sciopero degli attori negli Usa, un assassino dopo un incarico fallito affronta i suoi mandanti, nonché sé stesso, in una caccia all'uomo internazionale.

Fincher si sofferma sul monologo interiore del killer: “Non capiamo che è un mantra fino al secondo assassinio, è il modo in cui l’assassino si incentiva: sta per fare un sacco di soldi, ma non deve mancare l’obiettivo”. Mettere al centro un sicario, prosegue, “è un pezzo drammatico molto semplice, capiamo la posta in gioco, il procedimento, le caselle da spuntare prima di respirare, ma non credo sia un film sull’assassinio, parla di rivincita, perché quei corpi che lascia per strada non fanno parte del suo programma”.

Il direttore della fotografia Erik Messerschmidt elogia “la libertà della cinepresa nell’assecondare il percorso del protagonista, è qualcosa di mai fatto prima assieme con David”, Ren Klyce che cura il suono parla di “sensazione documentaristica” e di “una prospettiva sonora contro-intuitiva, che crea nello spettatore questo senso di sconforto, di ansia”, lenita da How Soon Is Now? degli Smiths che il killer ascolta “come meditazione”.

Poi, Fincher, autore di grandi film quale Fight Club e Il curioso caso di Benjamin Button, interviene proprio sullo sciopero di sceneggiatori e attori in corso negli States: “Sono molto triste, questo film l’ho girato durante la pandemia e non voglio tornare indietro. Sono stati tre anni duri e che si possa continuare in quel modo è terribile: dobbiamo incoraggiare le parti a dialogare”.

Tornando al film, “usare la voce over – spiega Fincher – mi piace come dispositivo di narrazione, dà accesso al monologo, ma mi chiedo: perché intercettare i pensieri del personaggio ci sembra avere a che fare con verità mentre sappiamo come tante persone mentano a sé stesse?”.

Entrato in produzione nel 2019, The Killer ha avuto da subito Michael Fassbender per protagonista: “Non immagino nessuno con la sua gestualità, controllo e capacità, credo sia stata la scelta migliore”.

Nel cast anche Tilda Swinton, con cui Fincher aveva aveva già collaborato in Benjamin Button: “Tutti ci vogliono lavorare, lei è un unicorno. Qui avevamo l’idea che un samurai incontrasse un samurai più vecchio e insieme parlassero del futuro”. Appunto, parlando di futuro, Fincher chiude a una terza stagione di Mindhunter: “Non ci sarà”.