“Tornare dopo 20 anni con L’isola restaurata è una grande gioia e anche una responsabilità. Sono molto felice e vivo tutto ciò con grande orgoglio”. A parlare è Costanza Quatriglio, che torna a vent’anni di distanza dall’anteprima a Cannes alla 21esima edizione di Alice nella Città con il restauro realizzato da Cinecittà del suo esordio alla regia: L’isola.

Invitato in quasi 100 festival in tutto il mondo e accolto con successo dalla stampa internazionale, da New York a Mosca, da Chicago a Kiev, dal Bangladesh a Boston, il film vinse numerosi riconoscimenti, ora torna in questa versione, uscirà poi in home video il 14 dicembre 2023 con Mustang Entertainment con diversi contributi extra tra cui il making of “Racconti per L’isola”, presentato alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia 2003.

Quanto di quel mondo di marinai e pescatori che hai raccontato è rimasto oggi? “All’epoca non pensavo di fare qualcosa di rivoluzionario- racconta Costanza Quatriglio-. L’isola è stato girato nel 2002 e volutamente racconta un mondo in trasformazione. Ho colto il momento di passaggio di un’isola come Favignana, che poi è diventata molto più turistica. Così come nel tempo cambiano i personaggi Turi e Teresa. L’ancestralità dei pescatori e dei marinai quella esiste sempre. Oggi però la mattanza non si fa più, la tonnara non esiste più e ora è uno spazio museale. I ragazzini invece di correre stanno al cellulare. È un mondo che non c’è più per certi versi. Ha nella sua attualità la questione dei generi. Quindi in qualche modo la contemporaneità di questo film è in questo”.

E su Favignana: “Quella è l’isola delle mie estati. Ci passavo tutto il mese di agosto con mia mamma e mio cugino. Ho vissuto quelle estati come un sogno in una grandissima casa. Ho riconnesso il mio amore per quel posto con suggestioni dell’infanzia raccontando una storia universale attraverso qualcosa che conoscevo bene. Riconosco quell’istinto là. Di quando ho iniziato a fare cinema. Vedo quella parte animalesca, di stupore, di gioia e di scoperta e mi piace molto”.

Tanta letteratura verista dentro questo film: “Tutta l’ispirazione letteraria così come quella cinematografica fa parte della cultura nella quale sono cresciuta. Ho interiorizzato un certo gusto, ma non ho scelto consapevolmente. Ci sono Olmi, Vittorio De Seta, ma questo lo devono dire gli studiosi di cinema. Io non posso farlo”.

Tutt’oggi le registe donne sono in minoranza rispetto agli uomini. “Etichettare è più facile che comprendere. Serve per non affrontare questioni complesse. Anche le donne non si tolgono l’etichetta di dosso. Man mano sarà più facile diversificare i film, perché ci saranno più donne, più voci, più film, più storie. Quando ci sono poche voci si tende ad avere storie simili”.

Ora Costanza Quatriglio sta lavorando al suo prossimo documentario, del quale però non può dire molto.

“Il restauro de L’isola mi riconnette con Favignana, e questa volta per la prima volta affronto dopo tanti anni le mie radici in un film. Lo avevo già un po' fatto. Di me nel personaggio di Teresa c’è la sua voglia e gioia di vivere e il suo desiderio di crescere in libertà. Quando si fa un film d’esordio c’è sempre qualcosa di sé stessi”.