“Nei miei progetti c’è qualcosa che ritorna. Dopo L’attesa, mi sono confrontato di nuovo con una storia d’amore. Nelle separazioni si crea un momento in cui nel distacco, nell’assenza, sento che dentro di me si accende qualcosa di più intenso. Che amo raccontare”, spiega il regista Piero Messina, che alla Berlinale presenta in concorso il suo secondo film Another End. Nel cast spiccano Gael Garcia Bernal, Renate Reinsve e Berenice Bejo. In Italia arriverà nelle sale dal 21 marzo con 01 Distribution.

“Ho riflettuto su ciò che i corpi trasmettono mentre con le parole diciamo altro. Mi ha guidato da sempre un’immagine, quella di due sconosciuti che si guardano, risvegliandosi nello stesso posto. Ho pensato che in quell’immobilità potesse esserci qualcosa di interessante su cui soffermarsi”, ha proseguito Messina.

Il regista Piero Messina - Foto Kimberley Ross
Il regista Piero Messina - Foto Kimberley Ross

Il regista Piero Messina - Foto Kimberley Ross

Siamo in un domani sospeso, in un universo misterioso. Una società ha un’idea sperimentale, innovativa. Con una tecnologia all’avanguardia sono in grado di riportare in vita, per un breve periodo, chi non c’è più, mettendolo nel corpo di un altro essere umano. Sal ha perso sua moglie, ma vuole avere un’altra possibilità. E si affida all’Another End per poterla incontrare ancora.

“Ogni film è un pianeta a sé. Noi abbiamo creato un linguaggio e abbiamo giocato a costruire il mondo di ogni personaggio, divertendoci a capire che cosa fosse successo prima e che cosa succederà dopo quello che abbiamo visto nelle loro vite. Ogni attore inevitabilmente mette un pezzo di sé in ogni ruolo, a prescindere dalla simpatia o dall’antipatia che può provare. È un processo poetico e creativo, in questo caso ci siamo tuffati in una favola fantascientifica dove l’artificio si fa realtà”, dichiara Gael Garcia Bernal.

“Già è difficile prestare il volto a una persona, immaginate che cosa può essere incarnarne due. Il rapporto tra mente e corpo è il fulcro del film. Qui ho dovuto sdoppiarmi, costruire un giusto equilibro tra sofferenza e leggerezza. È stata una sfida”, sostiene Renate Reinsve.

Conclude Berenice Bejo: “La domanda di partenza è interessante: che cosa fare se si perde all’improvviso qualcuno che si ama? Per fortuna non conosco la risposta. Quello che però ci trasmette anche Another End è di non perdere la speranza, e di avere comunque fiducia nel futuro”.