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Claudia Cardinale in C’era una volta il west (1968)
Tra le moltitudini che la nostra memoria cinematografica contiene, Claudia Cardinale occupa un posto riservato.
Non perché sia stata la più appariscente, la più gridata, la più esposta. Ma perché è entrata nell’immaginario dalla porta secondaria - quella che dà sul mistero, non sul clamore - e lì ha costruito la sua casa.
Ci sono attrici che si lasciano guardare, e poi c’è Claudia Cardinale: che ha sempre avuto il potere di guardare indietro.


Claudia Cardinale in 8½ (1963), @Webphoto
La ricordiamo in bianco, nel corridoio sospeso di 8½, mentre Fellini la scolpiva come l’immagine ideale, quella che salva.
La ritroviamo in C’era una volta il West, alla stazione di Flagstone, quando il movimento di macchina la scopre al centro di un’epopea tutta maschile, eppure è lei - Jill - il vero West che nasce.
Nel ballo de Il Gattopardo, la sua Angelica danza con il Principe e con la Storia: un valzer che è vertigine, in cui ogni passo racconta l’ascesa e il compromesso, la bellezza e il potere.


Alain Delon, Claudia Cardinale, Burt Lancaster ne Il gattopardo (1963), @Webphoto
Ha camminato tra stazioni e panchine in La ragazza con la valigia, fragile e ostinata, volto di un’Italia che imparava a diventare adulta. Ne Il giorno della civetta, il suo sguardo era tutto quello che si poteva dire contro la mafia, prima ancora delle parole. Ne Il magnifico cornuto, invece, la commedia si apriva al desiderio: ironia e sensualità, ma senza mai cedere all’ovvio.
Cardinale non è mai stata solo l’icona. È stata la piega nell’immagine patinata, l’ambiguità nella bellezza. Poteva essere principessa (La pantera rosa), rivoluzionaria (I professionisti), amante, madre, sogno, corpo inafferrabile o presenza concreta. E in ogni caso, mai interamente spiegata.


David Niven, Claudia Cardinale, Peter Sellers ne La pantera rosa (1963)
Claudia Cardinale non lascia solo questa vita ma anche l’altra, circonfusa con la prima. Una galleria di apparizioni.
Scene che non abbiamo dimenticato e che tornano a visitarci come certe luci dalle tende del pomeriggio.
In un tempo che ha spesso confuso la visibilità con la presenza, lei ha scelto un altro registro. Una profondità silenziosa, sguardo che resta anche dopo che tutto è finito.
Claudia Cardinale continuerà a guardarci, da qualche parte del nostro schermo interiore.