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A proposito di Victoria Amelina, scrittrice e attivista ucraina uccisa nel raid russo a Kramatorsk il primo luglio 2023, Margaret Atwood ha scritto: “In guerra c'è poco passato e poco futuro. In guerra esiste solo il calore bianco di un momento, l'intensità delle emozioni come rabbia, sgomento e paura. Nel suo libro rimasto tragicamente incompiuto – scritto nel bel mezzo della terribile e brutale campagna bellica russa di annientamento dell'Ucraina – Victoria Amelina riesce a documentare anche il surreale: quella sensazione di distorsione della realtà, come in un incubo, quando rinunci a credere che le cose stiano accadendo davvero”.
Guardando le donne guardare la guerra in Italia lo ha pubblicato la casa editrice Guanda nella traduzione di Yaryna Grusha, e come sottotitolo ha: “Diario di una scrittrice dal fronte ucraino”. Come Primo Levi, Amelina non è una semplice testimone ma una scrittrice alla quale è capitato di dover testimoniare la Storia. Quando scoppia la guerra, Victoria Amelina sta scrivendo un romanzo, sta organizzando un festival letterario, si sta occupando della sua vita e di suo figlio.


Guerra non è una parola aliena ma qualcosa che fino a un momento prima già incombeva; tuttavia, la concretezza si fa subito racconto: nello stesso giorno, quasi nello stesso momento, Victoria Amelina prenota le vacanze per sé e il suo bambino e mette una pistola in cassaforte. A poco a poco accade qualcosa di nuovo nello sguardo e nella scrittura, Amelina dismette ciò di cui si stava occupando e comincia a raccontare una donna dopo l’altra le donne che si uniscono alla resistenza, una bibliotecaria che racconta il rapimento e la scomparsa di uno scrittore, una premio Nobel per la pace che documenta decine di migliaia di crimini di guerra, un’avvocata che decide di arruolarsi per difendere il suo paese.
Guardando le donne i lettori guardano la guerra, la sentono accadere. Guardando le donne Victoria Amelina guarda la guerra, la vive, la scrive. Una sera di giugno è a cena fuori insieme ad altri scrittori, quando un missile russo distrugge il ristorante uccidendo decine di persone, tra i feriti c’è anche lei, che morirà alcuni giorni dopo. “Mamma, perché piangi?” chiede mio figlio. “Perché siamo a casa” rispondo. “Ma qui non siamo in Ucraina” dice lui confuso. “Questa è Europa” rispondo”, aveva annotato nei mesi precedenti, quando era riuscita a lasciare il figlio al sicuro, fuori dall’Ucraina, per poi tornare dove sentiva che fosse il suo posto. E noi, in quest’altra casa, dobbiamo continuare a farla vivere.
Guardando le donne guardare la guerra di Victoria Amelina (Guanda, 336 p., 20,00 €)