Trionfo per Rodrigo Sorogoyen. Il regista di Madrid, tra i più talentuosi del cinema europeo contemporaneo, domina la trentasettesima edizione dei Premi Goya, i principali riconoscimenti del cinema spagnolo. Il suo As Bestas trasforma in nove statuette le sue diciassette nomination: film, regia, attore protagonista (il francese Denis Ménochet), attore non protagonista (Luis Zahera), sceneggiatura originale, montaggio, fotografia, suono, colonna sonora.

Ispirato a fatti realmente accaduti, As Bestas racconta affronta la storia di una coppia francese che si trasferisce in un villaggio nella campagna galiziana con l’intento di vivere a contatto con la natura. I due conducono una vita tranquilla, anche se la loro convivenza con la gente del posto non è così idilliaca come vorrebbero. Il loro rifiuto di realizzare un parco eolico accentuerà i disaccordi con i vicini, in particolare con due fratelli inquietanti, portando la convivenza a una situazione di non ritorno.

Cinque premi (scenografia, costumi, trucco, effetti speciali, supervisione della produzione) per il thriller carcerario Prison 77 di Alberto Rodríguez, che partiva con sedici nomination. Tre premi per Lullaby: regista esordiente (Alauda Ruiz de Azúa), attrice protagonista (Laia Costa), attrice non protagonista (Susi Sánchez).

Ottengono Goya anche Un anno, una notte (sceneggiatura non originale), Argentina, 1985 (film straniero in lingua spagnola), La persona peggiore del mondo (film straniero), Unicorn Wars (film d’animazione). Alcarràs è il grande sconfitto: nessun premio nonostante le undici candidature.

A Juliette Binoche il premio Goya Internazionale, mentre il premio alla carriera è stato assegnato a Carlos Saura, maestro del cinema scomparso un giorno prima della cerimonia e ricordato nel corso della serata.