È morto oggi a 91 anni Carlos Saura, uno dei più celebri e influenti registi spagnoli di sempre. Nato in Aragona il 4 gennaio 1932, domani, sabato 11 febbraio, il premio Goya alla carriera, riconoscimento che aveva vinto nel 1991 come miglior regista per ¡Ay, Carmela!.

Dopo un primo avvicinamento al mondo dell’arte figurativa, nel 1952 Saura si iscrive a una scuola sperimentale di cinematografia e si diploma quattro anni dopo in regia. Per una decina di anni resta nella scuola come docente, ma nel frattempo debutta sul grande schermo: nel 1959 realizza I monelli, ispirato al neorealismo italiano e al cinéma vérité francese e osteggiato dalla censura franchista

Nel 1963 Saura dirige I cavalieri della vendetta, ambientato nell’Ottocento e intanto, ma è due anni che si impone come erede di Luis Buñuel e tra i massimi esponenti del Nuevo cine spagnolo: con La caccia inaugura la sua collaborazione con il produttore Elias Querejeta, mentre nel 1967 inizia a lavorare con Geraldine Chaplin, che diventa sua moglie nonché protagonista di film come Frappé alla menta (1967), che vince al Festival di Berlino l’Orso d’argento nel 1968, Lo stress è tre, tre (1968), La tana (1969), Anna e i lupi (1973).

Il grande successo internazionale arriva con Cría cuervos, che nel 1976 vince il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, e poi Elisa, vita mia (1977), Gli occhi bendati (1978) e Mamà compie 100 anni (1979), che un anno dopo riceve la nomination all’Oscar al miglior film straniero. Saura viene candidato altre due volte: nel 1984 per Carmen Story e nel 1999 per Tango.

Berlino lo premia ancora una volta nel 1981: In fretta in fretta vince l’Orso d'Oro, scatenando molte polemiche. Negli anni Ottanta gira film legati al mondo della danza: Bodas de sangre – Nozze di sangue (1981), Carmen Story (1983), L'amore stregone (1986), Flamenco (1995) e Tango (1998).

Negli ultimi anni torna alla passione per la pittura in Goya (2000), omaggia il suo maestro in Buñuel e la tavola di re Salomone (2001), frequenta l’Italia con Io, Don Giovanni (2009).