Danny Boyle, dopo l’estromissione dal prossimo 007 (ora in mano a Cary Fukunaga) dirige un film musicale tematico, forse per intramontabile amore e fascino dei Beatles, forse sospinto dall’onda di “cinema rock” che non pare intenzionata a ritirarsi.

Dopo Bohemian Rhapsody e Rocketman, però, Boyle non percorre la stessa strada del biopic, anzi, se ne distacca marcatamente. Racconta invece di Jack Malik, giovane cantautore squattrinato, sempre meno determinato e sempre più stanco di vedere la propria musica ignorata, nel migliore dei casi, e messa in ridicolo nel peggiore.

Un giorno, tuttavia, Jack viene investito da un autobus e, quando rinviene, il mondo non ha memoria dei Beatles. Peggio: i quattro non sono mai musicalmente esistiti, e con loro tutta una serie di prodotti culturali derivati dalla band di Liverpool nella mente del regista (dagli Oasis a Harry Potter).

Yesterday è una fantasiosa ucronia, mai spiegata, a ragion veduta, che richiede un pizzico di sforzo nel sospendere l’incredulità, ripagando il debito in grasse e frequenti risate.

 

Il mondo nella lente di un aspirante rockstar che si appropria di canzoni storiche, ma che improvvisamente nessuno ha mai sentito, è assurdo e divertente. Le gag si sprecano e sono bene incastrate in un mosaico di musica e sentimenti.

L’interpretazione dei protagonisti è convincente, con Himesh Patel in forma e Lily James al suo meglio. Persino Ed Sheeran, molto più di una comparsa.

Yesterday regge fino alla fine, quando a un intermezzo lirico, che si farebbe pure perdonare il proprio essere deus ex machina, segue un epilogo abbastanza scontato e privo della verve sempre intatta fino a quel momento.

È un peccato che la conclusione, con l’occasione di seppellire qualche ingenuità di troppo, la faccia invece emergere, letteralmente, sotto i riflettori. Resta comunque un viaggio godibilissimo, con una colonna sonora coi controfiocchi. Non sarà James Bond, ma ha il suo solido perché.