Rubano un cavallo, gli sparano, ne tagliano brandelli di carne. La fame fa fare questo. E molto altro. Nei primi anni successivi al crollo della Germania nazista, la Prussia Orientale, occupata dai sovietici, non era più un campo di guerra, ma di indicibile sofferenza. Per gli orfani, per i più piccoli. Divennero bambini-lupo. Cercarono rifugio soprattutto in Lituania, braccati da tutti. Un passato che Rick Ostermann ha voluto diventasse parte di una sua sceneggiatura e immagini del suo primo lungometraggio, accolto nella sezione Orizzonti, che appunto si intitola Wolfskinder.
Senza toccare risvolti collegati alla storia e alla politica, si è concentrato sulla commovente, brutale storia di due fratellini tedeschi, Hans e Fritzchen, in balia di un mondo crudele, capaci di atti di grande coraggio per conservare soltanto ciò che sono, non avendo più nulla. Il regista tedesco è entrato in contatto con questa porzione di storia facendo ricerche sulla sua famiglia e scoprendo terribili verità. Si concentra sulla fuga dei piccoli protagonisti e sui fatti che si trovano a fronteggiare, inserendo quasi dei momenti surreali, come se le foreste e le case in candide porzioni di campagna fossero ritagliate da un libro di favole. Favole crudeli. Nelle quali interagiscono tre mondi, volutamente: i bambini con la loro purezza e innocenza, la natura con la sua bellezza e i colori, gli adulti con la loro crudeltà e egoismo. Quando sono soldati diventano addirittura macchine senz'anima e senza volto. Ce l'hanno invece i partigiani, i contadini e, naturalmente, i bambini tedeschi che cercano rifugio e cibo, figli dei cacciatori che diventano prede dopo il crollo del nazismo. Il più piccolo dei due fratelli, Fritzchen, è determinato, coraggioso, mentre Hans non è capace di prendere decisioni, legge soltanto le pagine di Darwin, sull'evoluzione della specie, forse per capire da dove è arrivata una simile umanità. Nel film loro si perdono, si separano, Hans è costretto a iniziare il suo viaggio affrontando terribili esperienze. Quando alla fine s'incontreranno di nuovo, lui avrà capito di essere cresciuto e di voler rimanere tedesco. Per questo, senza più una meta.