“L’esotico c’è, la regista donna pure, il tema anche” elencano i due produttori della protagonista, Zoe, una brillante documentarista che ha deciso, su due piedi, di lasciar perdere il progetto sui tribunali fallimentari per dedicarsi a un film più allettante: il racconto dei matrimoni combinati, che ora si chiamano “assistiti” (“come i suicidi”, commenta Zoe) nella comunità pakistana. L’idea gliela dà Kazim, il suo amico più caro nonché vicino di casa, indopakistano di famiglia tradizionalista e affollata, che si rivolge a un’agenzia specializzata per trovare la moglie adatta alle sue esigenze (più a quelle della sua famiglia in realtà, dominata da mamma Shabana Azmi, diva hindi). Titolo: Amori e altri contratti.

Shabana Azmi in What's Love? (credits: Robert Viglasky)
Shabana Azmi in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

Shabana Azmi in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

L’esotico c’è, non c’è dubbio, e What’s Love? (titolo italiano che monca l’originale What’s Love Got to Do with It?, come la canzone di Tina Turner) esplora ancora una volta il legame tra britannici e immigrati. Lo fa sulla scia di Marigold Hotel (il personaggio di Emma Thompson, la mamma della protagonista, sembra una spettatrice di quei film, affascinata dalle culture lontane e dalla possibilità di nuove vite),portando l’eredità colonialista fuori da una dimensione problematica (a parte qualche accenno allo sguardo dei bianchi) e all’interno dei rapporti umani. In questo senso è davvero emblematica la mamma di Zoe (che magnifica commediante, Thompson) che ha trovato nei vicini di casa una comunità calda e accogliente, una vera seconda famiglia che l’ha sostenuta quando è stata abbandonata dal marito.

Emma Thompson in What's Love? (credits: Robert Viglasky)
Emma Thompson in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

Emma Thompson in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

Zoe e Kazim sono cresciuti in un contesto senza pregiudizi, rispettoso e curioso delle differenze reciproche ed è evidente che tra i due ci sia qualcosa in più di un’amicizia. Tra Lily James e Shazad Latif, i due interpreti, c’è la chimica degli innamorati, non l’affinità degli amici. Lo capiamo dalla prima scena (la condivisione di un segreto, uno dei tanti) che i due non abbiano messo in conto l’ipotesi di un amore soprattutto per retaggi culturali (lui crede nella tradizione dei matrimoni combinati, lei pensa di non aver bisogno di un uomo per qualificarsi nel mondo) e timidezze emotive (qual è il confine tra amicizia e amore?).

È una rom-com, What’s Love?, nella miglior tradizione inglese (i produttori sono gli stessi di Bridget Jones e Love Actually), ma il palese approdo sentimentale dei due rischia di trasformare tutto ciò che in mezzo qualcosa di un po’ troppo stiracchiato. Perché, d’accordo, l’idea del documentario (una variazione del filone “film sulla realizzazione di un film”) permette di scandagliare un mondo al di là degli stereotipi e dalle convinzioni occidentali, pur con le consuete stoccate moraliste alle app di dating, ma nei fatti appare piuttosto funzionale e programmatico.

Lily James in What's Love? (credits: Robert Viglasky)
Lily James in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

Lily James in What's Love? (credits: Robert Viglasky)

Così l’intreccio svela subito le sue carte: entrambi hanno paura dell’amore, lui perché non vuole deludere i genitori già scottati da una figlia ribelle, lei perché non intende vincolarsi ad altre persone che ne possano limitare l’indipendenza. Alla regia c’è Shekhar Kapur, classe 1945, l’indiano che ha raccontato al mondo la storia della regina Elisabetta I, che non girava un lungometraggio di finzione dal 2007 (Elizabeth: The Golden Age, appunto): si sente che conosce la materia, che è interessato al dialogo interculturale, ma il passo della commedia non è sempre brioso e perde colpi nella seconda parte.

Finale comunque caldo come un abbraccio, perché, in fin dei conti, è un garbato e rassicurante feel good movie. Alla Festa del Cinema di Roma ha vinto il premio Ugo Tognazzi per la miglior commedia.