Nintendo + Illumination = Super Mario Bros. – Il film, che segna l’inedita unione tra due bug dell’intrattenimento globale. Da un lato, i videogiochi, che provvedono al title character e all’ambientazione; dall’altro, la società di animazione che ha creato i franchise Cattivissimo me, Minions, Sing e Pets.

Con la speranza di soddisfare i piccoli a corto di cartoon e supplire alla nostalgia canaglia dei gamer più attempati, il film è diretto dai creatori della serie Teen Titans Go! Aaron Horvath e Michael Jelenic, scritto da Matthew Fogel (Minions 2, The LEGO Movie 2) e per il protagonista ha in originale la voce di Chris Pratt e da noi Claudio Santamaria, chiamati a far la, ehm, videocronaca delle gesta dell’idraulico pop, che da Brooklyn si trova catapultato via tubo in un mondo magico, che percorrerà in lungo e in largo per ritrovare il fratello Luigi.

Dal Regno dei Funghi, dove incasserà l’assistenza di Toad e della principessa Peach, al seminale Donkey Kong, dalle Terre Oscure governate da Bowser al re del Regno della Giungla Cranky Kong, dall’ex capo di Mario e Luigi Spike allo scagnozzo di Bowser Kamek, l’avventura capitalizza l’enciclopedia “mariana” e pesca dall’immaginario collettivo, usando Nintendo e Illumination per vasi comunicanti e il dai-e-vai tra consolle e grande schermo per economia di scala.

C’è invero poco da esaltarsi, perché l’adattamento (?) mostra il fianco drammaturgico e una fantasmagoria lasca se non inappetente: a parte lo scontro tra Mario e Donkey Kong, si fa preferire il coté realistico, il setting a Brooklyn anziché nei Regni, e questo non stigmatizza forse una poetica col fiato corto, una magia un po’ rimbambita?

Felici se potessimo essere smentiti, sa Dio quanto il box office ne ha bisogno, ma Super Mario Bros. - Il film sta involontariamente in una, ehm, tolkeniana terra di mezzo, sospeso tra il dire, dell’appartenenza al corpus, e il fare, qualcosa di nuovo; tra la copia conforme e l’invenzione timida; tra il (non capire un) tubo e la chiave (di volta) della traduzione dal game al film.

Medio più che mezzano, mediocre più che mediano.