Cosa fareste se nelle vostre foto apparisse l'immagine sfuocata di un persona morta? Da questa terrificante ipotesi parte l'horror tailandese Shutter, campione d'incassi in patria, datato 2004 ma in uscita solo ora nei cinema italiani. Se lo sono chiesti i due registi debuttanti e dai nomi impronunciabili Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom, capaci di confezionare con maestria un film incalzante, teso, spaventoso e ricco di colpi di scena, ma anche debitore de Il sesto senso e The Ring. I due partono da un avvenimento spesso indagato dagli studiosi di fenomeni paranormali, ovvero l'impressione sulla pellicola fotografica di figure invisibili al momento dello scatto, affiancandoci la credenza (più o meno diffusa) che l'essenza degli spiriti, invisibili ad occhio nudo, possa essere catturata da una foto. E con pochissimi effetti speciali ma la (rara) capacità di dare vita ad un'atmosfera davvero angosciante, raccontano le disavventure dei fidanzati Tun e Jane, lui fotografo e lei studentessa, che una notte investono accidentalmente una ragazza. Presi dal panico, decidono di fuggire. In seguito all'incidente Tun si accorge che nelle ultime fotografie scattate appaiono delle strane ombre. Inoltre i due vengono perseguitati da alcune allucinazioni, finché i loro cari amici non muoiono uno dopo l'altro. Il colpevole? Lei, la ragazza investita. Anzi, il fantasma della ragazza investita, che compare all'improvviso e scatena follie suicide nei malcapitati. Tun e Jane indagano sull'identità della presenza e scoprono si tratta di una ex fidanzata di Tun, ragazza timida e solitaria innamoratasi follemente del giovane fotografo e poi scomparsa in circostanze misteriose. E che nelle vesti di un fantasma sembra una copia (ancora più spaventosa se possibile) della Samara di The Ring: non esce dal pozzo e neppure dalla televisione, ma sbuca lentamente dal lavandino e si arrampica lungo le scale con le movenze di un ragno. E' lei la star del film: capelli lunghi e neri appiccicati al viso bianco bianchissimo, occhi iniettati di sangue, una vestaglia lurida che scende fino ai piedi, si aggira in cerca della (giusta) vendetta dopo le violenze subite. Ogni volta che appare sullo schermo i brividi sono garantiti. Niente male in un'estate che si annuncia fra le più torride degli ultimi anni.