STAGIONE 1 DISPONIBILE SU APPLE TV+ 

(2022) – 9 episodi

Ideatore – Dan Erickson

Cast – Adam Scott (Mark Scout), Britt Lower (Helly), Zack Cherry (Dylan), John Turturro (Irving), Patricia Arquette (Harmony Cobel), Tramell Tillman (Milchick), Yul Vazquez (Petey), Christopher Walken (Burt)


Sarà capitato anche a voi di portare “il lavoro a casa”. O, viceversa, di ritrovarvi talmente soffocati da questioni “personali”, scadenze, pensieri, da non riuscire a rendere in maniera proficua durante le ore trascorse in ufficio.

Ecco, la nuova serie creata da Dan Erickson, prende le mosse da questa dicotomia irrisolvibile: disponibile su Apple TV+ (già online i primi due episodi, da venerdì 25 febbraio sarà aggiunto un nuovo episodio a settimana), Severance (Scissione, ma il termine inglese – non a caso – si può riferire anche alla “liquidazione” o “indennità di fine rapporto”) poggia la sua idea di partenza su un capovolgimento strutturale, etico e filosofico, di portata considerevole.

Basta il primo frame (la foto in alto) per rendersi immediatamente conto di ritrovarsi in un ambiente capace di far dialogare narrazione e fruizione sullo stesso terreno di una straniante epifania: “Come ti chiami?”, “Come ti chiami?”.

Capiremo poco più avanti che quel semplice questionario (una risposta esatta su cinque, l’unica relativa ad una domanda che non riguardasse la sfera privata) altro non è se non la procedura che conferma il buon esito di un’operazione chirurgica: alla Lumon Corporation, infatti, alcuni dipendenti si sottopongono volontariamente ad una procedura di scissione, atta a separare nettamente i loro ricordi personali da quelli professionali.

In parole povere, le persone assunte per lavorare 8 ore al “piano della scissione” ogni giorno dimenticano la propria esistenza una volta entrati in ufficio, dimenticando allo stesso tempo che tipo di lavoro svolgono e quali siano i propri colleghi una volta usciti da lì.

Adam Scott in Severance (Scissione)
Adam Scott in Severance (Scissione)
Adam Scott in Severance (Scissione)
Adam Scott in Severance (Scissione)

A guidare questo team di lavoro è Mark Scout, Mark S. in ufficio (Adam Scott), dall’oggi al domani incaricato di rivestire un ruolo di maggior responsabilità in conseguenza alla misteriosa sparizione del suo collega, nonché ottimo amico (sempre in ufficio, s’intende…), Petey (Yul Vazquez): Mark dovrà inserire nel gruppo la nuova arrivata Helly (Britt Lower), che a sua volta affiancherà Dylan (Zack Cherry) e Irving (John Turturro). Il trait d’union tra questo gruppo di lavoro e la responsabile Harmony Cobel (Patricia Arquette) è Milchick (Tramell Tillman).

Diretta da Ben Stiller (i primi tre episodi e gli ultimi tre) e Aoife McArdle (il quarto, il quinto e il sesto episodio), Scissione sorprende in primo luogo per l’immediata capacità di catapultarti in una dimensione ignota e, al tempo stesso, pericolosamente riconoscibile.

Dalle architetture asettiche e labirintiche della Lumon (luogo dal quale, pur volendo, sembra impossibile fuggire…) alle villette a schiera del “fuori”, ecco che la doppia dimensione del nostro Io finisce per risultare simultaneamente prigioniera di un quotidiano in cui a scindersi sono i due aspetti che determinano la nostra esistenza, il lavoro e il resto del tempo che non dedichiamo al lavoro.

Introdotta da un lavoro eccezionale sugli opening credits – con relativo main theme di Theodore Shapiro (compositore sodale di Ben Stiller da Tropic Thunder in poi) che ricorda alla lontana le suggestioni del piano di David Shire ne La conversazione di Coppola – la serie intrappola letteralmente il nostro sguardo, e lo fa giocando su un doppio terreno, quello legato alla creazione di una distopia visivamente prossima ad un altro, recente capolavoro (Tales from the Loop, disponibile su Prime Video), e quello capace di alternare alla seduzione di un andamento tutt’altro che pop, o action, il lato thrilling, misterioso di un meccanismo che, giocoforza, nasconde ben più che qualche semplice ambiguità di natura bioetica. Senza disdegnare plot twist degni di nota già dal primo episodio.

https://www.youtube.com/watch?v=MIp2J3zk1ho

Perché Scissione non si limita a ragionare sulla disumanizzazione del lavoro nell’epoca contemporanea, ma ci interroga sulla possibilità di scegliere, come nel caso del protagonista Mark S., che troviamo dapprima in lacrime dentro la sua automobile nell’immenso parcheggio della Lumon, poi settato brillantemente e responsive tra i suoi colleghi e davanti a quei piccoli monitor che continuano a far fluttuare numeri da catturare dentro misteriose scatoline…

Il dolore di una perdita, la disperazione della solitudine, non vorresti dimenticartene anche tu per (almeno) otto ore al giorno? Ma alla lunga quale sarà il prezzo da pagare?