“Ancora una volta la Umbrella Corporation ci ha ingannati, e di nuovo io e i miei amici ci siamo ritrovati a combattere per le nostre vite”. Parola di Alice (Milla Jovovich, la più bella di tutte), che ritorna per la quinta volta nel franchise multimilionario Resident Evil.
Retribution, l'ultimo capitolo, scritto, diretto e prodotto da Paul W.S. Anderson si direbbe “Alice in Wonderland”: la trama non ha importanza (del resto, l'ispirazione è il videogame survival-horror della nipponica Capcom), la continuità con i precedenti non è un must, ma il pastiche citazionista e derivativo (Shining, gli zombie romeriani, 28 giorni dopo, Ghost Rider, Matrix, Alien, Sucker Punch, il Lizard di Spider-Man e chi più ne ha…) è cotto a puntino, e con un certo gusto, come se il T-Virus della Umbrella ricadesse viralmente sulla stessa - parolona - drammaturgia.
Alice combatte sullo sfondo di Tokyo, NY, Mosca e il comunismo sovietico, Alice combatte in latex, sadomaso e maternità surrogata, Alice combatte con 3D ed effetti all'altezza.
Insomma, Alice vince, e vince Retribution: prologo al ralenti-rewind da paura, stereoscopia per ritrovare - complice l'aggetto - la superficie del mare e Milla eroina in vena.