Per gli spettatori cresciuti nell’epoca storica in cui il televisore era il vero nuovo focolare, il Natale è anche quel momento dell’anno in cui si può accendere l’elettrodomestico e guardare - o anche solo lasciare in sottofondo - un film per ragazzi, melassoso, pieno di sentimenti e valori. Un film natalizio.

Netflix ha deciso di dire la sua nel momento di transizione in cui è il computer il nuovo focolare (con i video dei finti camini scoppiettanti tra i più visti su YouTube e sulla stessa Netflix) producendo film natalizi solo nel titolo - come Natale a 5 stelle - o nella sostanza come Qualcuno salvi il Natale.

Il film vede due fratelli, il cui spirito natalizio rischia di venire meno a causa della morte del padre, che la notte della vigilia cercano di tendere una trappola a Babbo Natale per poterlo riprendere.

Ma le cose non andranno come sperato e nella catena di eventi, Santa Claus si trova senza renne e sacco dei regali e i due ragazzini dovranno aiutarlo a preservare la festa.

Diretto da Clay Kaytis e scritto da Matt Lieberman e David Guggenheim, Qualcuno salvi il Natale è un tv-movie che aggiorna ai tempi (non troppo) e alla tecnologia la formula anni ’80 e ’90 dell’accoppiata Chris Columbus (qui produttore) e John Hughes, da Un biglietto per due a Mamma ho perso l’aereo.

In questo caso, ci sono due ingredienti in più: la magia, elemento tipico di molti film del filone ed essenziale quando si tratta di Babbo Natale, che Kaytis gestisce con un discreto senso della meraviglia, limitatamente ad ambizioni produttive e budget, e la consapevolezza che non è il grande schermo il veicolo per certi film oggi, ma il piccolo, quell’immaginario, quelle modalità di veicolare la nostalgia e i ricordi (il filo conduttore sono i filmini amatoriale girati dal padre e che la piccola di famiglia vorrebbe proseguire, riprendendo Babbo Natale).

Come se lo spirito del Natale fosse una puntata di un factual di Real Time (come anche il sotto-finale con apparizione di Goldie Hawn/Signora Claus fa intendere): un orizzonte un po’ deprimente, a dire il vero, ma per il resto Qualcuno salvi il Natale non delude le poche aspettative anche perché ha il pregio di poggiarsi sul grande carisma di Kurt Russell come Babbo Natale: la scena in carcere nella quale intona un blues natalizio accompagnato da Little Steven and the Disciples of Soul, vale da solo il tempo speso.