Vernice verde. Pistolettate in testa. Nuevo Orden di Michel Franco gioca sin dai titoli di testa su un ribaltamento a specchio, su un’apocalisse che parte dal basso e che finisce per favorire la militarizzazione corrotta di un intero paese.

Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un’evoluzione de La zona di Rodrigo Plá (che proprio qui a Venezia, nel 2007, vinse il Leone del Futuro): uno sfarzoso matrimonio dell’alta società messicana viene mandato a monte da una rivolta inaspettata, scaturita dal confitto sociale che dà il via a un violento colpo di stato.

Attraverso gli occhi della solidale giovane sposa (Naián González Norvind) e dei domestici che lavorano per e contro la sua abbiente famiglia, Nuevo Orden è violentissima distopia che ipotizza la caduta di un sistema politico e la nascita di uno ancora più angosciante.

Serratissimo e senza speranza, il film di Michel Franco (habitué di Cannes, per la prima volta in gara a Venezia, nelle sale italiane in autunno con I Wonder Pictures) lascia senza fiato nella prima parte – dall’invasione nella villa alla veduta d’insieme su una Città del Messico con cadaveri ammassati ovunque, sotto lo sguardo dell’Ángel de la Independecia – e sfocia con meno impeto, seppur con lucida lungimiranza, verso la deriva – appunto – di un nuovo ordine capace di appropriarsi del caos per militarizzarne, stuprarne, ricattarne la disperazione.

D’altronde, il pericolo sollevato dal regista di Chronic e Después de Lucía è proprio questo, e vale per ogni società nel mondo: partendo dalla totale assenza di empatia per chi ha meno di noi (cruciale in tal senso l’inizio del film, con un vecchio dipendente della ricca famiglia che durante il ricevimento di nozze va a chiedere aiuto per pagare l’operazione al cuore della moglie) è inevitabile giungere ad un cortocircuito che non potrà che generare violenza.

Le divisioni sociali, la povertà, la ribellione sono il punto di partenza di Nuevo Orden. Che sostituisce in corsa il verde fluorescente di una vernice di rivolta con il nero, il buio di un orizzonte da repressione horror, riecheggiano gli oscuri periodi delle dittature sudamericane, di soldati e colonnelli, e a quel punto poveri e ricchi, ceto medio, tutto scompare. Prigionia e tortura, soldi in cambio di riscatti fasulli, pistolettate in testa.

E bandiere al vento.