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Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco
Born… in China. Laddove l’animazione statunitense da grande major fatica a bissare i successi di un cinema non più contemporaneo e ormai dimenticato, oltreché desueto e sempre più sprovvisto di autori forti, estremamente accomodanti rispetto alla sparizione – o omologazione, che dir si voglia – di uno sguardo personale oltre le immagini e le estetiche dei “nuovi” linguaggi, dalla Cina, con furore, giunge fino a noi il secondo capitolo del fenomeno d’incassi globale Ne Zha 2 – L’ascesa del guerriero di fuoco, scritto e diretto, come il precedente – candidato cinese per il premio Oscar al miglior film in lingua straniera alla 92ª edizione degli Academy Awards, nonché primo film d'animazione cinese a farlo – da Jiaozi. Il quale torna nelle sale cinematografiche italiane a distanza di sei anni dal precedente capitolo, non più per bissare, bensì per sconfinare, raggiungendo un record potenzialmente insuperabile. Almeno per gli USA: quelli di oggi, non di ieri.
Una questione di numeri: cinque anni di lavorazione, oltre 4.000 animatori coinvolti, 80 milioni di dollari investiti e (per il momento) 2 miliardi di dollari incassati. A distribuzione appena cominciata – i mercati esteri da raggiungere e convincere sono vari, tra i molti il nostro, grazie a Minerva Pictures, in collaborazione con Filmclub Distribuzione – tutto si può dire di Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco, fuorché che manchi di forza comunicativa. Mai omologata a una narrazione worldwide d’animazione tra sala e piattaforma, è sempre frutto di una personale ricerca stilistica, profondamente radicata nella cultura storica e nell’immaginario cinese.


Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco
Infatti, ci ritroviamo di fronte a uno dei primissimi titoli del Fengshen Cinematic Universe – USA, siete in ascolto? – un media franchise incentrato su una serie di film fantastici, tutti ambientati in un universo condiviso. Ad oggi, è il quinto franchise di film fantasy di maggior successo commerciale nella storia del cinema, con oltre 3,4 miliardi di dollari statunitensi di incassi a livello mondiale.
Oltre il mero dato numerico, vi è quello riflessivo e d’osservazione sul titolo in questione: Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco. Il quale, forte di un capitolo precedente già ben confezionato in fatto di intrattenimento spettacolare e sguardo altro sul racconto familiare – raggiungendo il nodo della faccenda: Ne Zha osservava un sistema genitoriale complesso, dapprima messo in crisi e poi coeso di fronte alla possibilità di generare e poi “addomesticare” il male, mettendo in pericolo il resto di quell’universo – non solo lavora con larga ambizione sul piano visivo, ma scava a fondo nella scrittura del mito, dunque dell’epica e delle leggende precedentemente evocate, dilatandole a dismisura.
Pur risultandone un sovraffollamento di nomi, volti e corpi, Jiaozi non lascia nulla al caso, approfondendoli uno per uno, per quanto marginali o d’esclusiva evocazione. Ed è proprio il corpo, o meglio l’identità, a farsi protagonista di questa animazione così entusiasmante, buffa e ancora una volta spettacolare, poiché in viaggio tra i mondi e le dimensioni varie del superuomo, o, ancor meglio, del Dio. Forse immortale, oppure prossimo alla definitiva sparizione.


Ne Zha – L’ascesa del guerriero di fuoco
Dall’altro capo della linea, nell’intramontabile The Ring, una voce diceva (a noi e a loro): “Morirai fra sette giorni”. Ne Zha – L'ascesa del guerriero di fuoco, scordando l’orrore ma non la paura – raggiunta la seconda metà del film, osserviamo infatti l’effettiva tragedia di un’intera comunità data alle fiamme, dunque corpi inceneriti di ogni età e non solo – sembra rievocare il medesimo meccanismo narrativo.
Sostituendo però alla VHS della morte un fulmine divino, una temporanea condivisione dei corpi (sette giorni) e una potenziale immortalità, oltreché individualità delle anime. Riusciranno a farcela i due figli della Perla Spirituale e della Sfera Demoniaca? Del coming of age restano la contraddizione e l’autodistruzione della crescita. Per questo, Jiaozi ama e indaga il Dio, ma ancor più approfonditamente l’uomo. Ed è tutto dire.
