“Lui non si racconta. Io stessa ho scoperto molte cose di mio figlio attraverso le sue canzoni”.

Così dice la mamma di Alessandro Mahmoud, il noto cantante da tutti conosciuto con lo pseudonimo Mahmood, nel docufilm (Mahmood appunto) diretto da Giorgio Testi presentato in anteprima ad Alice nella Città.

Ecco, ora il cantante un po’ egiziano, un po’ italiano, nato e cresciuto nel quartiere periferico del Gratosoglio, prova a raccontarsi anche davanti alla macchina da presa. Ci prova e ci riesce (in parte) in questa istantanea a metà strada tra il ritratto intimo e la storia della sua carriera.

I filmini della sua infanzia (“da piccolo non consideravo tanto il mondo reale, dicevano sempre che avevo la testa tra le nuvole”), i suoi primi passi nel mondo della musica (“mi sentivo pure bravo poi rivedendo i video ho capito che facevo cagare”), ma anche i tanti racconti di sua madre Anna Frau, sarda di Orosei, sempre presente e a lui legatissima, e quelli dei suoi amici.

E poi la sua carriera: dalla sua “più grande delusione” quando fu scartato da X Factor per l’ultimo provino (poi fu ripescato) ai suoi successi. Secondo vincitore di Sanremo Giovani 2018 con Gioventù bruciata (talmente spiazzato da dire una parolaccia in diretta davanti a Pippo Baudo), poi due volte vincitore di Sanremo con Soldi nel 2019 e nel 2022 con Brividi in coppia con Blanco; un tour europeo sold out; due fortunate partecipazioni all’Eurovision Song Contest; miliardi di visualizzazioni e stream dei suoi brani e video (tre le hit: Soldi, Barrio, Brividi, Dorado, Rapide); collaborazioni, anche in veste di autore, con gli artisti più seguiti e rispettati della scena musicale contemporanea pop, R&B, rap e trap - da Blanco a Carmen Consoli, da Marco Mengoni a Elodie ed Elisa; da Fabri Fibra a Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Sfera Ebbasta. Molte le testimonianze presenti come quelle di Blanco, Carmen Consoli e Dardust. Manca però una persona importante all’appello: suo padre.

Separatosi molti anni fa da sua madre, ora Mahmood non ha più alcun rapporto con lui. Da qui le confessioni: “Dal giorno che se ne è andato non ne ho più sentito la mancanza, non ho né rabbia, né rancore nei suoi confronti” oppure “Il ritornello della canzone Soldi si riferisce a lui, mi sembrava molto cattivo però questo è quello che pensavo e che penso”.

In realtà non manca solo il padre in questo docufilm, che per alcune cose rimane in superficie come le sue crisi di ansia e alcune sfere personali importanti solo accennate o totalmente eluse. Insomma, a nudo sì, ma non troppo. E il risultato allora non è da Brividi.